Sono sei, e non dodici come si era appreso in un primo momento, le misure di sospensione dal servizio di funzionari del Consorzio per la autostrade siciliane indagati nell’ambito dell’operazione della Dia. Sono Antonio Lanteri, di 64 anni, Stefano Magnisi, di 64, Angelo Puccia, di 57, Gaspare Sceusa, di 62 anni, Alfonso Schepisi, di 65, e Anna Sidoti, di 45. La Dia ha eseguito un sequestro beni per un milione di euro complessivo di beni nei loro confronti e di altri sei indagati: Carmelo Cigno, di 69 anni, Letterio Frisone, di 64 anni, Carmelo Indaimo, di 71, Antonino Spitaleri, di 68, Antonino Liddino, di 69, Corrado Magro, di 70. I reati ipotizzati dal Gip, a vario titolo, sono peculato e falsità ideologica e avrebbero incassato degli incentivi non dovuti da un minimo di 30 mila a circa 160 mila ciascuno. Indagati altri 45 funzionari del Consorzio.
Tra i nomi degli indagati, spicca Anna Sidoti (foto a lato), eletta nella lista “I Democratici per il terzo millennio” come sindaco di Montagnareale, già sotto processo a Patti per l’affidamento di un incarico ad una cugina nell’ottobre del 2015.
Sono settanta i decreti di pagamento al centro delle indagini della Dia sul Consorzio per le autostrade siciliane e riferiti a 60 opere da realizzare. Di questi, secondo l’accusa, tutti erano viziati di forma e alcuni erano completamente inesistenti perché mancavano i progetti. Lo stesso Gip nel provvedimento parla “di fatti sconcertanti”. Alcuni degli indagati nell’inchiesta facevano lavori come Responsabile unico del provvedimento (Rup) per il ripristino delle cabine di Sos nelle autostrade, facendosi liquidare come straordinario un lavoro ordinario così da ottenere il 2 per cento in più previsto dalla legge.
Avrebbero indebitamente sottratto nel biennio 2012/2013, circa 1,3 milioni di euro dalle casse del Consorzio per le autostrade siciliane (Cas) usufruendo di incentivi per dei progetti che rientravano nel loro ambito di lavoro o alcune volte inesistenti. Secondo l’accusa nel Consorzio ci sarebbe state “condotte illecite” che sarebbero “il frutto di un sistema collaudato di alcuni Dirigenti in servizio al Cas che, ricoprendo in taluni casi il ruolo di Responsabile unico del procedimento (Rup) hanno strutturato un collaudato sistema di elargizione degli incentivi progettuali a una ristretta cerchia di dipendenti al fine di garantirsi, nel tempo, lauti guadagni ed altre utilità personali, il tutto attraverso la predisposizione di decreti dirigenziali palesemente falsi”. L’operazione “Tekno- Incentivi progettuali” della Dia, coordinata dalla Procura di Messina, è l’epilogo dell’originaria indagine “Tekno”, culminata nel novembre 2014 con gli arresti domiciliari di 8 persone e di due divieti di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche.
Intanto Confconsumatori si costituirà parte civile nell’eventuale processo penale che scaturirà dall’operazione della Dia di Messina e Catania che ha sospeso 12 tra dirigenti e dipendenti del Consorzio per le autostrade siciliane (Cas) accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e truffa ed assisterà gli automobilisti che vorranno farlo “per essere risarciti di tutti i danni subiti in questi anni”. Lo afferma l’associazione in una nota nella quale sottolinea come l’operazione abbia confermato “come in questi anni i diritti degli utenti che percorrono l’autostrada A18 Messina-Catania siano stati sistematicamente calpestati”. “Mentre la tratta autostradale veniva lasciata in condizioni di assoluta mancanza di sicurezza rappresentando un pericolo per l’incolumità degli automobilisti e per l’integrità dei relativi mezzi – scrive Confconsumatori – gli odierni indagati erano in tutt’altre faccende affaccendati”.