“Sul gioco d’azzardo online la mafia batte lo Stato 5 a 1: basti pensare che su 32 miliardi di gioco on line registrati nel 2018 le entrate dello Stato sono state circa 330 milioni, pari a circa l’1%. E se i concessionari prendono il 2%, i proventi delle mafie sono pari a un miliardo e mezzo su 4 miliardi gestiti dai siti Internet. Questo perché collegandosi con regolare concessione ai siti on line per giocare il sistema tecnologico consente lo switiching verso i paradisi fiscali all’estero. In questo modo la mafia batte lo Stato 5 a 1″.
È l’analisi sul volume di gioco d’azzardo on line fatta dal sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Consulta nazionale Antiusura intervenuto al convegno in corso a Palermo su azzardo e gambling.
Fiasco ha poi sottolineato la mancanza di rilevazioni precise sul gioco online, tra vari paradossi: “È un dato secretato con motivazioni false, perché tramite indirizzo IP si può risalire alla provenienza dei territori comunali. Il punto è che esiste una sproporzione enorme tra il volume del giocato e il ricavo erariale. Siamo passati da 5 modalità di gioco d’azzardo a 51 e abbiamo 4 milioni di persone fisiche che si sono registrate on line con un profilo che fornisce indicazioni su età del giocatore, provenienza e orari di gioco. Il paradosso è che questi ‘big data’ non sono a disposizione del ministero della Salute, ma vengono concessi alla Sogei e transitano attraverso le università che hanno convenzioni con i concessionari privati che utilizzano quei dati per perfezionare i propri prodotti di gioco seguendo inclinazioni e preferenze dei giocatori”.
“L’azzardo – conclude il sociologo – è un problema di democrazia perché altera i processi in cui si forma la decisione politica”.
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