La questione runner continua a tenere banco durante l’emergenza coronavirus.
Fino ad oggi, i corridori siciliani hanno dovuto confrontarsi con diverse limitazioni. Dapprima, il DPCM del 22 marzo con cui il premier Giuseppe Conte ha contingentato l’attività motoria alle immediate vicinanze del luogo di residenza.
A seguire, è arrivato il decreto regionale del governatore Nello Musumeci che ha, in un primo momento, chiuso la porta al mondo degli sportivi, salvo poi ripensarci qualche giorno fa con la revoca del provvedimento. Infine, il DPCM del 26 aprile, presentato dal presidente del Consiglio, che autorizza l’attività motoria nel proprio comune di residenza.
A questo punto però, si pone un altro tipo di problema, ovvero la questione relativa ai dispotivi di protezione individuale. Bisogna indossarli o meno?
Correre con la mascherina comporta non solo un calo della prestazione, ma anche e soprattutto problemi fisici. A tal proposito, alcuni noti brand di sport wear si sono già attivati per realizzare modelli adatti al running, vista l’inadeguatezza dei normali dpi.
MASCHERINA SI O NO?
Ad oggi, non vi è l’obbligo di indossare la mascherina durante le attività motorie all’aperto. Sostenitrice di questa idea è Miriam Gulotta, membro del consiglio giovanile esteso “Young Leaders” della FIDAL Sicilia.
“Da rappresentante del mondo dell’atletica leggera e, soprattutto, da laureata in Scienze Motorie, ritengo che l’idea di correre indossando una mascherina sia malsana e pericolosa. In primo luogo, lo è sotto il profilo dei processi fisiologici. Se corro con un dispositivo di protezione individuale che mi copre naso e bocca, la mia possibilità di inspirare ossigeno ne risulta ridotta. Inoltre, accumulo molta più anidride carbonica del normale, a causa dell’impedimento fisico rappresentanto dalla mascherina durante la fase di espirazione“.
“Questo crea uno scompenso fisiologico ed alcune alterazioni respiratorie che possono portare a stati confusionali, affaticamento precoce, iperventilazione (perchè il corpo cerca di compensare la mancanza di aria) e, nei casi più gravi, ad alcalosi sanguigna“.
“Oltre all’aspetto fisiologico, la mascherina rappresenta un impedimento fisico – sottolinea Miriam Gulotta – che crea una sensazione di soffocamento già nella vita di tutti i giorni. Figuriamoci durante la corsa. Come si sentirebbe una persona mentre fà attività fisica senza la possibilità di respirare? Questo lo possiamo chiamare allenamento? Lo possiamo identificare come benessere psico-fisico? Credo di no“.
“Tralasciando il fatto che non è richiesto l’uso obbligatorio della mascherina mentre si fa attività fisica all’aperto, io non penso, in tutta sincerità, che chiunque vada a correre sia impossibilitato nel potere ristabilire una distanza di “sicurezza”. Inoltre, non penso che l’intento di chi stia praticando attività fisica sia quello di fermarsi a fare salotto con qualcuno. Se sto correndo, lo faccio da solo e senza arrecare alcun pericolo. Dove sta il problema o la minaccia? Bisogna fare le cose con coscienza“, chiosa la Young Leader della Fidal Sicilia.