Ancora critiche dal mondo delle imprese al decreto Cura Italia. Stavolta i dubbi sul provvedimento del governo arrivano da Federalberghi Riviera Jonica di Messina: “Il DL approvato ha creato molto disappunto e delusione all’interno del mondo del turismo della riviera ionica messinese – si legge in una nota -, che ricordiamo essere fatto dal grande albergo, dalle piccole attivita’ a conduzione familiare, ma soprattutto anche dalle migliaia di lavoratori che ruotano nel comparto, la maggior parte di essi stagionali. Il turismo è il settore maggiormente colpito, e nella nostra area rappresenta la maggiore economia, sulla quale si base il sostentamento di migliaia di famiglie”.
“Il fermo del turismo – prosegue la nota -, se non saranno supportate imprese e lavoratori in maniera adeguata, potrà rappresentare un problema sociale di enorme entità con effetti devastanti per famiglie, lavoratori ed imprese. Realisticamente ad oggi si può prevedere che è molto difficile che la stagione 2020 sia in grado di partire, con perdite non recuperabili, per cui le attivita’ turistiche si troveranno molto probabilmente con entrate pari a zero e quindi impossibilitate ad affrontare qualsiasi tipo di pagamento, e soprattutto non saranno in grado di procedere alle assunzioni. Il DL, nonostante le numerose e pressanti istanze da parte del comparto turistico, non ha ancora colto la necessità primarie, in primis quella dei lavoratori stagionali, che ricordiamo essere oltre 10.000 (area ionica di Messina), tutte le attivià turistiche del territorio si basano su una stagione che varia da Marzo ad Ottobre”.
“Il DL ha riconosciuto un’indennita’ di 600 euro solo per il mese di Marzo per coloro che hanno cessato il loro rapporto di lavoro tra il 1 Gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto, dopo Marzo al momento non è prevista alcuna indennità, per cui come faranno migliaia di lavoratori a sostenersi? Sembra che il DL non abbia recepito che al sud la maggior parte dei lavoratori del settore turismo sia stagionale. Riteniamo che questo decreto possa rappresentare solo un primo passo di sostegno per reagire alle necessita’ immediate, ma molto deve essere fatto, se non ci saranno azioni decise e forti non ci saranno piu’ imprese. L’unica soluzione – conclude la nota – per evitare il collasso nel territorio e’ che il governo preveda la cassa integrazione per tutti i lavoratori del turismo compresi gli stagionali e la sopensione di tutti i tributi per le aziende per l’anno in corso, nella speranza che la stagione possa riprendersi nel 2021″.