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Coronavirus, “Fase 2”: nuovo esodo in Sicilia dal 4 maggio?

mercoledì 29 Aprile 2020
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Il 4 Maggio ci sarà un nuovo esodo in Sicilia? E’ la paura che hanno in tanti, sull’isola. La partenza della fase 2, con l’allentamento parziale delle restrizioni, fa pensare che molti siciliani che sono al nord ne approfitteranno per tornare in Sicilia.

In realtà gli spostamenti tra regioni diverse sono ancora vietati nella fase 2, tranne per un’eccezione: sono invece consentiti gli spostamenti tra Regioni solo per rientrare alla propria residenza per chi è rimasto bloccato dal lockdown nella città di studio o lavoro.

E’ anche vero che i treni da Milano verso Napoli sono andati esauriti, e c’è chi vuole tornare nella sua residenza.

Come accaduto in occasione delle altre tre ondate di rientri al Sud c’è da aspettarsi che il traffico di rientro non si fermerà certamente a Napoli ma continuerà verso Calabria e Sicilia. Si diffonde così la paura della quarta ondata di rientri e con essa di un nuovo picco di contagi nel Meridione che è stato fino ad ora il meno raggiunto.

Tentano in tutti i modi di scaricare l’epidemia sul Sud per sgravare il Nord e per giustificare misure uguali su tutto il territorio nazionale” è l’ipotesi dei detrattori della politica nazionale.

I negazionisti delle tre ondate di rientro precedenti in realtà ci sono già, ma è un fatto inequivocabile che alla piattaforma web della regione siciliana si siano iscritti 30mila siciliani di rientro. e parliamo solo di quelli responsabili e rispettosi.

Il problema esiste anche perchè i presidenti delle regioni si preparano a chiedere modifiche al decreto per le aree a più basso contagio ma da Roma non se ne vuole sapere di dividere l’Italia in contagiati e non, a tutto vantaggio delle aree produttive del Paese che, pur avendo maggior numero di malati, non voglio lasciare spazio di ripresa al sud che potrebbe restringere la forbice fra mezzogiorno e Nord Italia in questa occasione.

Conte non intende modificare nulla del decreto fase 2, che dovrebbe partire il 4 maggio, per almeno due settimane. L’idea è quella di una sperimentazione delle misure di riapertura della fase 2 per un arco di tempo di almeno 14 giorni, accompagnata al monitoraggio dell’impatto del rilascio del lockdown sulla trasmissibilità del covid19. Questo in base alla  raccomandazione contenuta nella relazione tecnica dell’Istituto superiore di sanità. Nel documento si sottolinea che “è evidente che lo spazio di manovra sulle riaperture non è molto e si suggerisce di adottare un approccio a passi progressivi!”.

Le stime che emergono dal modello, si precisa nel documento, “richiedono comunque un approccio di massima cautela per verificare suo campo il reale impatto”. In particolare, si legge, “gli scenari compatibili con il mantenere R0 (l’indice di contagio ndr) sotto la soglia 1 sono quelli che considerano la riapertura dei settori Ateco legati a edilizia, manifattura e commercio, e assumendo una efficacia della protezione delle prime vie respiratoria nel ridurre la trasmissione del Covid19 del 25%”.

Tra i suggerimenti della relazione tecnica, anche quello di “considerare magari una riapertura parziale delle attività lavorative, ad esempio al 50%”.

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