“Èpositivo che l’ultimo decreto del governo permetta di tenere aperti i cantieri edili quando si possono garantire condizioni di sicurezza, purtroppo ciò spesso non è possibile e, in questi casi, le imprese non possono pagare per i ritardi nel completamento delle opere”.
È, in sintesi, il contenuto di alcune lettere inviate dal presidente di Ance Palermo (l’associazione dei costruttori edili), Massimiliano Miconi. A una delle missive ha risposto il Provveditore interregionale alle opere pubbliche di Sicilia e Calabria, Gianluca Ievolella, in cui, per quanto riguarda i cantieri gestiti dai suoi uffici, dispone che “su richiesta dell’appaltatore, si potrà procedere alla sospensione dei lavori (ai sensi del comma 1 dell’art.107 del Codice)”.
“Bisognerà, però, specificare – scrive l’ingegner Ievolella – che la sospensione è stata richiesta dall’impresa e che l’amministrazione vi acconsente, senza che ad essa possano essere addebitati eventuali maggiori oneri o costi”.
Secondo Miconi, in molti cantieri non è possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro, imposta dalla norma per contrastare il Coronavirus. In alcuni casi è inevitabile dover ridurre il numero degli addetti presenti nel cantiere, con la conseguenza che, nel primo caso, i lavori si devono fermare, mentre nel secondo caso i tempi di esecuzione si allungano. In molti casi, gli enti appaltanti, ma soprattutto i committenti privati, si rifiutino di sospendere i lavori o di concordare un maggior tempo, minacciando l’inadempienza contrattuale.
“È necessario – scrive Miconi nella nota inviata al presidente nazionale Gabriele Buia, affinché intervenga presso il governo – poter disporre di una norma di legge che consenta alle imprese di poter certificare, anche con un accordo sindacale di cantiere, l’impossibilità di proseguire i lavori o l’allungamento dei tempi, senza incorrere in penali e risoluzioni contrattuali“.
In una seconda lettera, inviata all’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, Miconi chiede che una disposizione analoga a quella del Provveditore venga inviata dall’assessore agli uffici di competenza.
LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE FALCONE
«Nel drammatico momento storico che viviamo, priorità assoluta del Governo Musumeci è la tutela della salute dei siciliani, ma anche di fare il possibile per limitare gravi ripercussioni dell’emergenza coronavirus sulla già fragile economia siciliana. Ecco perché, recependo il grido d’allarme dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, abbiamo disposto lo sblocco anticipato degli stati di avanzamento dei lavori in deroga ai capitolati d’appalto regionali, ove le opere e i cantieri lo rendano necessario. L’indicazione, già peraltro resa possibile dalle stesse previsioni degli appalti, verrà messa nero su bianco attraverso una circolare a firma mia e del direttore generale del Dipartimento regionale tecnico Salvo Lizzio».
Lo dichiara l’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone dopo l’appello lanciato anche dal presidente di Ance Catania Giuseppe Piana, a proposito delle difficoltà che sta attraversando il comparto edilizia e costruzioni a seguito delle restrizioni imposte dal Governo nazionale per contenere l’epidemia covid-19.
«In tal modo – prosegue Falcone – veniamo incontro alle esigenze di imprese e lavoratori, forze trainanti della nostra economia che devono essere messe al riparo dalla crisi per garantire l’occupazione e il compimento delle opere. Il Governo Musumeci è impegnato a garantire la regolare prosecuzione dei cantieri – conclude l’assessore – dove è possibile fra rispettare le distanze tra i lavoratori e le altre misure di blocco del contagio».