Più di 11 mila le persone che dalla Lombardia e dalle altre zone del Nord per effetto del Coronavirus sono sbarcate nei giorni scorsi in Sicilia. Ma Federico ha effettuato il viaggio inverso. Anzi, ha lasciato la propria famiglia qui: moglie e due figli a Palermo, ed ha preso sabato sera un volo per Bologna per poi raggiungere la zona rossa di Modena. Proprio quando la gente iniziava a scappare a seguito dell’ordinanza emanata dal premier Conte lo scorso 7 marzo, Federico, palermitano ma residente a Modena dove lavora come responsabile in un supermercato, tornava in una delle città ritenute off-limits.
“Ero tornato a Palermo il 1 marzo. Consideriamo il fatto che nella mia azienda le ferie vengono decise a novembre dell’anno precedente. Quando ho preso le ferie Modena non era ancora zona rossa per il coronavirus. Prima di partire per Palermo ho chiamato il numero 1500 chiedendogli se era possibile viaggiare e non c’era appunto nessun problema. Le zone rosse erano soltanto i paesini del Lodigiano. Io e la mia famiglia siamo partiti tranquillamente. Modena è diventata zona rossa mezz’ora prima che è partito il mio volo di ritorno”, afferma a il Sicilia.it.
Federico racconta che gli incoscienti non esistono soltanto a Palermo ma anche a Modena. E si focalizza sui giovani: “la differenza non c’è stata a Modena, perchè i ragazzi sino a sabato scorso erano in piazza a passare la serata come è stato per i giovani palermitani in Vucciria. Gli stupidi sono dapperttutto”.
“Assenza dei controlli negli aeroporti” tiene a precisare questo palermitano che vive al Nord, come ha ribadito più volte anche il governatore Musumeci. “Il rientro a Modena è stato abbastanza sereno e tranquillo perchè non c’è stato nessun controllo all’aeroporto di partenza come non c’è stato da Bologna per Palermo. Soltanto al mio ritorno all’aeroporto Marconi i ragazzi della Croce Rossa misuravano la temperatura”.
Federico non giudica lo scappare via da Milano verso le regioni del Sud avvenuto nei giorni scorsi. Si limita a dire che è soltanto una azione “irresponsabile”. Ma che probabilmente “andrebbe capita, se si rispettano tutte le misure cautelari per evitare ogni contagio. Anche io ho pensato di rimanere qui con i miei figli e la mia famiglia. Di non salire sull’aereo e rimanere. Ma in quanto responsabile del supermercato non mi sembrava giusto abbandonare il lavoro, affrontando la quotidianità come ho sempre fatto”.
Ma alla domanda come si vive nella zona rossa, risponde: “Certo si ha paura, ma la città è tornata ad una strana normalità.Tutta la settimana precedente alle mie ferie è stata strana, si è vissuto il problema che adesso state vivendo a Palermo. Acquisto della Amuchina, supermercati presi d’assalto; il panico. Da un po’ di giorni sembra essere tornato tutto nella normalità. Oggi stesso, il primo giorno in zona rossa, ho fatto una passeggiata in bicicletta. La gente era in piazza. La gente ad oggi sta vivendo normalmente la zona rossa con qualche paura in più ma non c’è il coprifuoco”.