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Coronavirus, Salvini: “Se ci sarà bisogno di uscire di casa per riprenderci la libertà lo faremo”

lunedì 27 Aprile 2020
salvini
Foto Ansa

“Se non ci ascoltano ci faremo sentire, con i guanti e le mascherine torneremo a farci sentire, fuori dai social”, continua il leader della Lega puntando il dito contro il governo. “C’è qualcosa – sottolinea – che non torna, c’è qualcuno che sta sentendo altri e non il popolo italiano”. “Ci devono permettere di tornare a vivere e noi lo otterremo. Se ci sarà bisogno di uscire di casa per riprenderci la nostra libertà lo faremo”, attacca Salvini.

“Abbiamo ascoltato, abbiamo collaborato, abbiamo suggerito, abbiamo criticato educatamente – continua il leghista -, ora basta, dopo 47 giorni di reclusione, possiamo dire, a nome di milioni di italiani, basta. Fateci uscire, fateci guadagnare, fateci lavorare, fateci tornare a fare una vita“. Il leader del Carroccio attacca sulle autocertificazioni: “Abbiamo capito che ancora questa settimana occorrono le autocertificazioni e ancora per tutta l’altra settimana, basta, non se ne può più, ci costringono ad andare in giro ancora con la 24ore, con le autocertificazioni”.

“Ma al governo qualcuno ha capito che molte di queste attività commerciali, se va avanti così, non riapriranno, che molti porteranno i libri in tribunale, che se si va avanti con questa incertezza ci sarà il fallimento, la chiusura di migliaia di aziende e la perdita di il lavoro. Perché non riaprire subito, da domani, in sicurezza alcune filiere fondamentali”, si domanda il leader della Lega.  E ancora: “Non una parola sul turismo, il turismo che è il 15% del prodotto interno lordo, di turismo vivono 5 milioni di Italiani, molti dei quali stagionali, è invece non una parola dal presidente dal governo sul comparto del turismo”. “Addirittura – lamenta – solo a giugno bar e ristoranti potranno riaprire, ma perché non riaprire subito quelli che sono in grado di garantire distanze, sicurezze, pulizia, tutela della vita e della salute?”, chiede Salvini.

Duro attacco anche dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Un’altra lunga e confusa conferenza stampa di Conte per dirci che, in sostanza, la fase due è quasi identica alla fase uno”. Giorgia Meloni commenta a caldo la conferenza stampa di Giuseppe Conte, che ha appena annunciato le nuove misure, previste per il 4 maggio.

Per la leader di Fratelli d’Italia “il criterio doveva essere un altro: chi può garantire le norme anti-contagio e la sicurezza dei lavoratori deve poter riaprire. E lo stato deve sanificare a spese sue. Invece no. Si decide che qualcuno non deve avere speranza”.

“Ma perché – si domanda – un ristorante, o un bar, che riesce a garantire le distanze e i dispositivi di sicurezza non può aprire con gli altri? Perché un centro estetico che ha le cabine per l’auto trattamento non può aprire con gli altri? Perché un parrucchiere che può garantire il rapporto di uno a uno non può aprire con gli altri? Perché una palestra che garantisce l’allenamento singolo non può aprire con gli altri? E potrei fare molti altri esempi…”

“Perché, insomma, dobbiamo massacrare interi settori che rischiano di non riaprire mai più? Per avere la possibilità di fare un’altra conferenza stampa alle otto di sera?”, domanda infine la leader di Fdi.

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