Sono quattro gli episodi di corruzione al centro dell’operazione ”Sibilla” che ha portato all’arresto, per turbata libertà degli incanti e corruzione continuata, di otto persone, tra cui il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo.
Il primo cittadino avrebbe spinto due piccoli imprenditori acesi a promettergli il voto, con l’ausilio di un luogotenente della Polizia locale, Nicolò Urso, anch’egli tra gli arrestati. Ciò per favorire la campagna elettorale alle regionali, del dicembre dello scorso anno del suo referente politico, il deputato regionale Nicola D’Agostino, che non è indagato. Il primo cittadino avrebbe dato disposizione ad Urso di avviare controlli amministrativi nei confronti degli imprenditori per indurli ad avvicinarlo per evitare la sanzione.
Sono cinque, invece, le misure di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari eseguiti. In totale gli indagati sono 17. Per gli investigatori si tratta di un episodio di induzione indebita a promettere utilità. Il procuratore della Repubblica, Carmelo Zuccaro ha precisato che D’Agostino “non risulta coinvolto nelle indagini” e che “non è indagato e non risulta avere chiesto il ricorso questi sistemi per ottenere i voti“.
L’indagine, iniziata nel 2017, ha portato alla luce anche irregolarità in merito all’ampliamento del cimitero comunale di Acireale e al conferimento di incarichi professionali relativi alla riqualificazione della pista di atletica nel centro sportivo ‘Tupparello” di Acireale e nel campo di calcio di Malvagna (Messina).
L’ampliamento del cimitero era stato affidato all’Ati San Sebastiano Srl, con sede a Ravenna, della quale Salvatore Leonardi era il referente. Di Stefano avrebbe curato il collaudo dell’opera attestando che l’intervento era stato eseguito a regola d’arte. Inoltre, i quattro verbali di sopralluogo sarebbero stati predisposti nel momento finale delle stesura del collaudo con l’ausilio del consulente tecnico dell’impresa Angelo La Spina.
Le indagini hanno fatto luce anche sui lavori negli impianti sportivi: Sapienza avrebbe ottenuto per Garilli e per sé l’incarico di redigere il progetto degli impianti sportivi, retribuito con un compenso rispettivamente di 5.000 e 14.300 euro e attribuito con una finta gara al massimo ribasso. Per dare una parvenza di liceità agli affidamenti il dirigente dell’ufficio tecnico di Acireale Giovanni Bargagallo e di Malvagna – quest’ultimo tra gli indagati – avrebbe finto una ricerca di mercato inviando richieste di offerta, oltre che al vincitore già prestabilito, ad altri due professionisti di fiducia già istruiti ‘a tavolino’ sulla percentuale di ribasso da indicare nella risposta.
Per garantire al collega un compenso anche nell’ambito del progetto di Malvagna, Sapienza, avrebbe ottenuto dal dirigente dell’ufficio tecnico la previsione di un ruolo ad hoc da affidargli, quello di assistente al Rup. Le previsioni di spesa avrebbero suscitato anche la perplessità di chi al Coni era predisposto a corrispondere il finanziamento.
Per le vicende riguardanti il cimitero di Acireale sono stati arrestati il responsabile della Protezione Civile del comune di Acireale Salvatore Di Stefano, un consulente della San Sebastiano Srl, Salvatore Leonardi, anch’egli condotto in carcere, e un dipendente della stessa ditta, Angelo La Spina, quest’ultimo ai domiciliari.
Nell’ambito delle indagini su incarichi professionali relativi alla progettazione degli impianti sportivi sono stati arrestati la consulente locale del Coni Anna Maria Sapienza, condotta in carcere, un ingegnere, Ferdinando Garilli, posto ai domiciliari, un dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Acireale, Giovanni Barbagallo, anch’egli ora in carcere. Di Stefano è accusato di aver indicato come effettuate operazioni di verifica strutturale in realtà mai effettuate nel cimitero.
Il vicesindaco e la giunta di Acireale “garantiranno la continuità amministrativa” dell’ente. Lo afferma una nota dell’Ufficio Stampa del Comune catanese.