“Solo 290 euro di bonus covid per gli operatori sanitari impegnati in prima linea contro il covid, meno di 35 euro al mese. Peggio è andata al personale di fascia B, meno esposti al rischio contagio, che percepiranno 9 euro al mese, e addirittura nulla, momentaneamente, toccherà alla restante parte di personale collocato in fascia C“. È quanto denuncia la Fials Confsal di Palermo criticando aspramente l’accordo accettato da alcuni sindacati confederali per la ripartizione delle somme mortificando i dipendenti.
“Dei 2,4 milioni assegnati all’Asp di Palermo – dice il segretario provinciale, Enzo Munafò – l’azienda ne ha depauperati circa 900 mila per il pagamento di lavoro straordinario senza alcun confronto con i sindacati e senza avere dato certezza che detto pagamento servisse nella eccezionalità e per coloro che in prima linea hanno lavorato nell’emergenza Covid-19, evidenziando ancora una volta il comportamento antisindacale già riconosciuto e condannato dal Giudice del Lavoro nel dicembre 2020 e di cui non c’è ancora cenno di ravvedimento“. Dunque, tolti anche oneri sociali e Irap, per l’intero comparto sono rimasti 373 mila euro che sono andati per il 70 % alla fascia A (261 mila euro), per il 20% alla fascia B (74 mila euro) e per il 10% alla fascia C (37.303 mila euro).
L’Asp di Palermo contesta l’affermazione che il bonus covid (destinato al personale dipendente) è stato depauperato da scelte aziendali senza alcun confronto con i sindacati, destinandone parte anche al pagamento dello straordinario svolto dai dipendenti del comparto a fronte dell’emergenza. “L’affermazione è assolutamente falsa, in quanto nessuna decisione è stata adottata arbitrariamente dalla direzione aziendale – si legge in una nota dell’azienda sanitaria – che ha applicato pedissequamente la volontà espressa dalle organizzazioni sindacali regolarmente riunite. Volontà formalizzata in apposito verbale d’accordo sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e da presidente e rappresentanti della Rsu. In quella occasione la Fials rappresentata dal sig. Forte si è astenuta dall’esprimere una valutazione ritenendo che l’attività straordinaria espletata per l’emergenza covid, era stata svolta senza il rispetto dell’articolo 8, comma 5, lettera a) del Ccnl del comparto vigente. La direzione generale si riserva di adire le vie legali a tutela dell’immagine dell’Azienda e della propria, al fine di dimostrare con prove documentali di cui è in possesso la verità dei fatti e le responsabilità sussistenti“.