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Covid, la denuncia degli esercenti: “Negozi chiusi ma assembramenti paurosi negli uffici”

lunedì 18 Gennaio 2021
direttore regionale Confesercenti Sicilia Michele Sorbera
Michele Sorbera

Con la “Zona Rossa” istituita nelle scorse ore per la Sicilia da parte del Governo Regionale per frenare il contagio Covid sono molte le attività che hanno dovuto abbassare le saracinesche per un tempo che durerà almeno fino al 31 gennaio.

Una scelta questa spinta dalla necessità di limitare gli assembramenti, che però si verificano senza colpo ferire in altri contesti, come denunciato nei giorni scorsi in un post su Facebook da Michele Sorbera, direttore di Confesercenti Sicilia in un’immagine che ritraeva una calca davanti un ufficio postale palermitano.

Sorbera ha sottolineato come questa circostanza, oltre che incompatibile con la situazione sanitaria, sia difficile da accettare per attività costrette alla chiusura nonostante l’organizzazione anti-assembramento, con particolare riferimento al settore abbigliamento, fermato proprio nel periodo di saldi: “Non c’è dubbio che si sta verificando un trattamento diverso delle attività. Davanti ai pubblici uffici come alle poste ci sono file incredibili e assembramenti di persone spaventosi mentre si impedisce alle attività economiche, in particolare ai commercianti del settore moda, abbigliamento, calzature di poter operare. Ci sembra una profonda ingiustizia. Non è così che si combatte il virus perché il Covid-19 contagia sicuramente quando si fa un assembramento davanti un negozio ma contagia anche quando si fa un assembramento davanti a un pubblico ufficio o alle poste. C’è disattenzione sul tema. Molto probabilmente è più facile mettere divieti invece che mettere in moto operazioni di vigilanza e ordine pubblico che intervengono per evitare gli assembramenti. In questa situazione succede che è stato massacrato un settore commerciale, quello dell’abbigliamento e di calzature, e per il resto sembra che non interessi a nessuno. Tutto ciò non lo possiamo accettare perché queste sono aziende che rischiano di non poter riaprire mai più. I negozi sono stati chiusi in piena campagna saldi e si erano approvvigionati per la campagna invernale almeno 8-10 mesi prima, che hanno fatto magazzino e si ritrovano ora con tanta merce che resterà invenduta e che si è svalutata”.

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