«Tutto il comparto della sanità sta cambiando, anche a causa della pandemia, a ritmi vertiginosi. In questo momento di profondo rinnovamento è necessaria una riforma che preveda l’inserimento di nuovi professionisti che scuola e università insieme dovranno formare, investendo sulle nuove generazioni – ha commentato il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prof. Massimo Midiri, nel corso del suo intervento alla tavola rotonda tenutasi nell’ambito della presentazione del Rapporto 2022 del Bilancio di welfare delle famiglie italiane svoltasi a Roma alla presenza della Ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti – Esiste una sorta di scollamento tra gli insegnamenti scolastici e quelli universitari. Proprio dalle scuole deve partire il ripensamento del sistema salute. Il nostro Paese ha dedicato poco, in termini di Pil, per colmare il gap scientifico. È necessario ripensare e rifondare un’offerta formativa, con corsi di laurea innovativi e dedicati in maniera specifica a nuove professionalità in ambito sanitario, che devono essere presentati all’interno delle scuole con azioni mirate di orientamento e tutorato. Il nostro Paese deve investire non solo sulla formazione dei medici, ma anche sulle figure delle professioni sanitarie, degli operatori, dei manager sanitari che sappiano fare programmazione e pianificazione, dei tecnici puntando ad una nuova logica per i laboratori.
Occorre però un uso competente ed opportuno dello strumento digitale, che si è rivelato fondamentale per la didattica, ma che, soprattutto al sud, dove purtroppo ci sono molte più famiglie senza possibilità tecnologiche adeguate, ha accentuato il fortissimo divario sociale e culturale.
È dalla ricerca che nascono gli innovatori, capaci di elaborare in chiave omogenea in ambito nazionale nuove strategie farmacologiche, nuovi vaccini, nuove terapie, a tutela della salute e di realizzare quelle necessarie soluzioni di sistema necessarie. Bisogna chiedere aiuto alle imprese, con cui il rapporto è fondamentale, che insieme ai grandi fondi statali sovvenzionano attraverso gli atenei il processo di ricerca. L’impresa costituisce il collante in questo filone logico tra scuola, università e lavoro, rendendo i giovani consapevoli di quanto il titolo di laurea sia uno strumento valido per una vita professionale elevata.
Pensare ad un welfare significa mettere insieme gli enti, le istituzioni affinché dialoghino per il conseguimento di obiettivi comuni. Ripartire è un imperativo morale, per il “post-crisi”, è necessario un netto “salto di paradigma” da compiere tutti uniti.
Il bilancio di welfare delle famiglie è quindi in quest’ottica uno strumento indispensabile – ha concluso – una chiave di lettura per comprendere e possibilmente anticipare le esigenze di cambiamento. All’Università di Palermo lo useremo per la realizzazione a breve del bilancio sociale di Ateneo»