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Creare una polisportiva a Palermo? Dario Mirri lancia la sfida, i colleghi rispondono

martedì 1 Ottobre 2019
Dario Mirri
Dario Mirri

Creare la Polisportiva Palermo? Questa è la sfida che ha lanciato Dario Mirri dal palco del San Lorenzo mercato, durante la presentazione del Palermo Calcio a 5. Un progetto molto ambizioso che il patron rosanero vorrebbe basare su un logo e su colori sociali in comune per tutti.

Il presidente del Palermo calcio vorrebbe partire dalla creazione di una polisportiva virtuale, connettendo tutte le realtà presenti sul territorio ed impegnate nei vari sport. Una simile unione permetterebbe non solo di poter creare un brand unico per tutti, che porterebbe grandi vantaggi dal punto di vista commerciale, ma anche e soprattutto di creare un bacino unico d’utenza per tutte le società sportive, che porterebbe maggiori incassi al botteghino ed elevate presenze nei propri impianti di competenza per tutte le realtà coinvolte nel progetto.

Come dichiarato dallo stesso Mirri, “l’obiettivo è quello di creare una polisportiva virtuale. Secondo me, al di là dello sport, le squadre di Palermo dovrebbero avere lo stesso nome, lo stesso logo, in modo da poter promuovere l’immagine della città e di eventuali sponsor, attraverso iniziative di marketing  e commerciale. Ciò deve nascere dal calcio a 11, che è quello con il maggiore impatto mediatico. Non creiamo sovrastrutture inutili, condividiamo l’idea, la stessa maglia, gli stessi colori, l’appartenenza che si potrebbe sviluppare nel tempo“.

Il proprietario del Palermo calcio è già partito in questa avventura creando un circuito commerciale con la Andros basket, che prevede uno scambio di abbonamenti fra le due società, coinvolgendo la Ludos nelle attività del Palermo calcio rosa e creando un team di e-sports, capace di rappresenta i colori rosanero anche negli sport elettronici.

Antonella LicciardiA proposito della Ludos, l’allenatrice della formazione di calcio femminile Antonella Licciardi si dice ottimista sulla realizzazione del progetto: “L’idea della polisportiva è certamente un saper guardare oltre l’aspetto strettamente legato alla realtà calcio e sposa invece una visione più aperta del fare sport come aggregazione e appartenenza ai colori rosanero e alla città di Palermo . Grandi club europei lo hanno già fatto e il progetto è risultato vincente“.

Il riferimento è evidentemente rivolto a realtà quali quelle spagnole e greche. Un esempio eccellente è quello della polisportiva creata dal Paok Salonicco, società greca che ha fatto del suo circuito sportivo polivalente un’arma vincente, tanto da vincere diversi titoli negli ultimi anni, fra i quali quello prestigioso del campionato greco.

Il presidente del Palermo calcio a 5, Salvo Messeri, auspica che il progetto di Dario Mirri posso realizzarsi al più presto, privilegiando quei club che da sempre si battono fra mille difficoltà per rappresentare la città di Palermo: “Quando l’uomo è di fronte al cambiamento è sempre restio nelle fasi iniziali. Il modo di fare sport a Palermo è stato fin troppo arcaico, basato soltanto sugli sponsor. Noi siamo stati i primi a lanciare un sistema di partecipazione piramidale alla nostra società, che coinvolga le famiglie in prima persona, anche attraverso l’azionariato. L’idea della polisportiva è bellissima ed è realizzabile, a patto che le realtà coinvolte facciano un passo avanti per unire e un passo indietro sui personalismi, in quanto si entra a far parte di un gruppo. Se le cose si vogliono fare, si fanno. Bisogna mettere insieme le realtà che storicamente hanno dimostrato attaccamento al progetto di rappresentare Palermo“.

Sbc Palermo basket Allegra

Sul progetto della polisportiva il presidente della Sicily By Car Palermo, Adolfo Allegra, si dice pronto ad aderire al progetto: “Sicuramente dobbiamo collaborare, come stiamo facendo noi con il Palermo calcio con l’istituzione di un accordo commerciale che prevede uno scambio di abbonati. Il progetto di fare rete mi piace. Unire i loghi e i colori sociali è un progetto che passa attraverso il budget e gli sponsor. Bisogna quindi sedersi ad un tavolo e parlare di un progetto di medio – lungo periodo, poggiato su una solida politica di marketing“.

Già, gli sponsor, uno dei problemi principali di un simile progetto. Nelle altre realtà europee, come in Grecia e Spagna, le polisportive sono la regola e non l’eccezione, come avviene purtroppo in Italia. Questo perchè, nel nostro paese, ogni società, per poter continuare ad esistere, ha la necessità di reperire risorse finanziarie per poter pagare gli stipendi, gli oneri delle concessioni degli impianti sportivi e tutto quello che riguarda l’attività itinerante della propria squadra.

In determinati sport, come il basket, il nome dello sponsor entra addirittura nel nome sociale della squadra attraverso il c.d. “pool”. E’ chiaro che uno sponsor può arrivare ad influenzare anche i colori sociali della società sportiva, il che renderebbe complicato l’utilizzo di colori sociali unici per tutti, almeno senza il consulto dei relativi sponsor od ancora senza un accordo comune con le aziende commerciali da parte della polisportiva.

Telimar PalermoLino Mesi, direttore sportivo della Telimar, si pone sulla stessa linea del presidente della SBC Palermo, lanciando però l’idea di un elemento comune a tutte le squadre: «Concretamente non se ne è mai parlato, ma le società palermitane hanno già parlato di un progetto, di un tentativo per massimizzare gli sforzi, con protocolli d’intesa e con consorzi quali ad esempio “Palermo al vertice”. Premesso ciò, posto che la cornice deve essere quella della massima collaborazione, il tentativo è interessante. È chiaro che bisogna vedere se e quanto ogni società mantiene la sua identità. Non è facile rinunciare al proprio logo, alla propria storia. L’aquila potrebbe unificare, in quanto simbolo della città di Palermo».

Partire da un elemento comune come l’aquila potrebbe certamente facilitare la missione di Dario Mirri e di tutte le società interessate, in quanto tutti i soggetti interessati potrebbero così mantenere la propria identità ma essere al contempo uniti da un punto di vista organizzativo. È chiaro che molte società sportive hanno decenni di storia, di battaglie sul campo, di investimenti e di attaccamento sentimentale a cui difficilmente possono rinunciare.

Altro punto chiave nel progetto di Dario Mirri sarà l’organizzazione e la gestione della polisportiva. Ponendo per scontato la creazione di un canale social unico per tutte le società, un punto fondamentale è quello della possibile creazione di un apparato amministrativo comune che collabori con il Comune di Palermo e faciliti l’utilizzo e la fruizione degli impianti cittadini, troppo spesso negato o comunque limitata da problematiche amministrative o strutturali.

Proprio su quest’ultimo concetto di è focalizzato Alberto Di Dio, presidente dei Palermo Cardinals, formazione di football americano cittadina: “Ho letto questa cosa, ma non ho ancora approfondito i dettagli. L’obiettivo sarebbe quello di ottimizzare le spese per gli impianti e le concessioni, visto che i fondi regionali e comunali languono. Credo che possa essere una cosa interessante. Bisognerebbe parlare con Mirri e vedere lui che idea ha“.

Il presidente del Palermo dovrà quindi rimboccarsi le maniche per realizzare questo ambizioso piano sportivo per la città, ma certamente da parte di tutti gli attori chiamati in causa c’è la volontà di sedersi ad un tavolo e parlare del progetto. Vedremo se Dario Mirri accetterà la sfida e chiamerà a raccolta tutti i suoi colleghi in città.

 

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