Carissimi
Io Cristoforo Colombo, oggi lo capisco, soltanto oggi, era uscito da casa per andare nelle Indie e malgrado la sua volontà si trovò nelle Americhe.
Solo oggi posso immaginare la sua delusione e le discussioni con il suo entourage quando partì con la Nina, la Pinta e la Santa Maria da Palos grazie all’autorità portuale dell’epoca ed ai piccioli della regina Isabella di Castiglia unica a credere e sponsorizzare la sua impresa.
Ma dopo giorni di navigazione e cambiamenti di rotta, quando nessuno ci credeva più e lui pensava, Minchia mi pirdivi ecco che l’uomo sull’albero grido per tre volte, terra, terra, terra.
Sbarcato disse subito “eppure mi pari canusciente” e dopo essersi addentrato ed incontrato il primo nativo, si sincerò chiedendo “India?” Gli fu risposto no “America” e a quel punto dopo una imprecazione in direzione della barca “Santa Maria” e senza farsi sentire dal gesuita d’ordinanza che Isabella di Portogallo religiosissima gli aveva messo alle calcagna, grido: “stu cazzu i segnaletica ca cancia ogni giorno!”
Fu lui la prima vittima delle continue sperimentazioni in campo di segnaletica e cartografia.
Per lui comandante di lungo corso era semplice il ragionamento, la terra è tonda, se parto da qua e continuo dritto, dritto alla fine sempre qua devo tornare e così facendo o vado da sinistra o vado da destra qua devo arrivare, vuoi vedere che l’india che si trova a sinistra, se vado a destra ci arrivo prima.
Tutto questo se parallelamente al suo navigare non ci fosse stato qualcuno che in continuazione sperimentava.
E poi va sientili all’equipaggio e ai suoi ufficiali che in continuazione gli ricordavano che non per nulla gli antichi dopo le colonne d’ercole scrivevano, “hic sunt liones, ca nun c’è chiu nienti, accura” …
E quell’altro che continuava a ripetergli: “e ora cu ci u cunta a regina Isabella che si aspettava i proventi della nuova rotta per l’india che noi siamo giunti in un posto che non conosceva nessuno?”
Lui non volendosi dare per vinto e non volendo sconfessare la sua “visione” continuava a dire: “per me questa è l’India”, tanto cu l’avi a sapiri e gli abitanti li chiameremo Indiani e vedete se accettano palline per pagamento”.
E il medico di bordo a insistere, “Comandante, gli Indiani i mi ricuordu chiu giarni, chisti mi paruni chiu arrussicati nta facci” e lui, “l’ati a finiri, siti i nemici da cuntintizza, per me questi si chiameranno “Indiani, Pelle Rossa”, gioco, partita, incontro.
Negli incontri con i capi tribù di allora, continuava a ripetere “voi mi darete merito di aver scoperto questa terra” e la qualcosa faceva girare gli zebedei agli uomini con le grandi piume d’uccello in testa che tentavano di fargli capire …. “ma scoperto cosa, avi millenni ca nuatri simu cca …. siete voi che vi siete arricampati adesso”!
Insomma la discussione andava avanti fin quando il grande capo indiano c’acchianaru i cinque minuti e accuminciò a gridari ………..(tradotto) “Ohhh cu ccu si abituatu, nca ti pari che è un teatro che periodicamente lo riinauguri”, fu li che Cristoforo, con l’aiuto di un interprete gli chiese “Scusa ma chi vo diri” e il grande capo rispose “non lo so, mi vinni accussì e poi ognunu sapi i sua!”
Poveri indiani, abitanti delle Americhe, Cristoforo era alla fine il danno minore, era in buona fede, aveva la sua “visione delle cose”, ma il problema furono tutti chiddri che in nome suo, con i gommoni dell’epoca, s’arricamparu e che vollero inizialmente difendendo la loro religione nel nome di Dio (che storicamente veniva messo di mezzo a sua insaputa, ma veramente, per compiere tutte le nefandezze della storia) vollero convertire questi abitanti locali, che erano quieti ppi fatti loro, poi ci vosiru canciari nomi, poi li vollero confinare in riserve a fin di bene ed infine sterminarli.
Ora, i cosi giusti, se penso a cosa abbia comportato per l’umanità un errore di rotta, come mi posso incazzare io che la mattina con la mia moto esco ppi ghiri a na banna e grazie a tutte queste interruzioni per cantieri, isole pedonali, cambi di senso di marcia dalla sera alla mattina, piste ciclabili, se non mi fermo, arrivo comunque a nautra banna? Un abbraccio Epruno.
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