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Crocetta si toglie qualche sassolino nella palude della politica siciliana

martedì 30 Gennaio 2018

“Renzi? Pinocchio” Crocetta non ha molti dubbi in materia. Nel corso della conferenza stampa l’ex presidente della Regione ha illustrato a lungo il suo pensiero: “Sarò disoccupato con onore, vi sembra poco.  I miei predecessori non hanno avuto la stessa fortuna”

Dentro di sè s’era convinto, ma non ne aveva fatto neanche mistero all’esterno, che a vincere o a perdere e a sancire quindi la sua permanenza o meno nella politica siciliana, sarebbero stati gli elettori, chiamati a valutare il suo operato come governatore del centrosinistra a Palazzo d’Orleans. E invece Rosario Crocetta ex sindaco di Gela,  sindaco dei siciliani, europarlamentare e presidente della Regione dal 2012 al 2017, è uscito di scena senza un rigo di spiegazione da parte del Pd di Matteo Renzi. Oggi Crocetta, dopo aver convocato i giornalisti per una conferenza stampa, mette al centro della sua riflessione anche l’azzeramento della linea dell’antimafia, di cui non aveva mai fatto mistero di far parte, alla quale appartenevano anche Beppe Lumia e Giuseppe Antoci, altri due protagonisti per i quali il Pd non ha trovato spazio nelle liste elettorali.

Lui che non si rassegna a essere una parentesi nella palude omogenea e stratificata della politica siciliana, prova ancora una volta a non essere un Crocetta qualsiasi e si toglie qualche sassolino dalle scarpe.

Non polemizzerò nel sul ruolo di Orlando in campagna elettorale e neanche sui nomi di Sicilia Futura, ma mettere Raciti dietro la Boschi in lista pone il candidato a rischio”.

E ancora aggiunge: “Navarra, se si sente diffamato cambi cognome. C’è chi si chiama Navarra e chi si chiama Borsellino. Non ho  mai rivendicato candidature in nome dell’antimafia. Dalle liste viene fuori una mutazione genetica del Pd. La presidente del Consiglio comunale che minaccia querele. La questione della sua presenza nel consiglio è stata sollevata dal Prefetto di Catania, non dalla stampa forcaiolo o da un Rosaio Crocetta. Vogliamo accusare anche i prefetti di diffamazione. Tutto un mondo viene azzerato. Quali sono i titoli di Navarra per una candidatura perché questo rettore e non quello della Normale di Pisa”?

Crocetta affonda dunque i colpi: “Si è fatto il partito a Faraone, PdF. Questo genio rampante della politica che si caratterizzato per averci fatto straperdere  le elezioni regionali e prepararci a questa sconfitta clamorosa che si annuncia il 4 marzo. Bisogna togliere ogni voce di dissenso pensando che i voti si prendono col vecchio sistema. Così si configura il regime. I grillini fanno i duri e puri  e non vogliono fare  alleanze. Chi aveva assessore, incarichi e uffici di gabinetto faceva la guerra a Crocetta. Per andare a produrre che cosa? Un progetto straperdente. Mi viene il sospetto che sia stato persino concordato. La sconfitta è frutto di un accordo politico di Renzi in cui chiedeva più spazio in Lombardia e gli ha consegnato la Sicilia. Gli è andata malissimo, il centrodestra si è preso i voti e non si sono fatti gli inciuci. Non c’è in nessun posto, neanche nelle altre regioni un candidato dell’antimafia. Renzi non ha rottamato il passato, ma il partito Democratico per farne un partito personale.

Sul partito aggiunge: “Questa è ormai una company diretta da Renzi con potere totalitario senza deleghe per nessuno che ha fatto un partito di cortigiani, valvassori e valvassini con una logica neomedievale della politica. È  il primo premier italiano post medioevale. Nemmeno Berlusconi è arrivato a tanto. Sono mezze calzette del sistema di potere, yesman che devono collezionare i voti. Io sono arrabbiato non perché non sono candidato, ma perché non me lo ha detto”.

Crocetta fa dunque  tutta la storia a ritroso dei giorni difficili della candidatura e non trova grandi ricordi: “Mi dovevo  fare raccomandare da Faraone per parlare con Renzi, una logica personalistica. Un uomo, Renzi che poteva stare 20 anni al governo e ha distrutto tutto dal Partito Democratico, al centrosinistra”.

Il Crocetta -pensiero scorre in continuità: “Non voglio tornare in Europa, fa freddo a Bruxelles,  stiano tranquilli tutti -ha aggiunto- parlo e faccio battaglie per igienie politica. Non mi rassegno che il Pd diventi il partito dei potentati siciliani. Questa è una storia che va ripresa, cominciandodagli impresentabili che sono funzionali a questo sistema di potere. Se ci sbattono fuori faremo le nostre scelte. AVrei preferito essere candidato a Messina dentro il sistema Genovese e ilsistema Navarra. Dove c’è mafia e intreccio in mani a potenti di mafia e massonerie deviate. Cercavo il collegio più difficile della Sicilia. Per fare una battaglia con Antoci e Lumia, come nel caso dei veterinari collusi  e le carni infette”. Navarra è stato avvicinato da Faraone per rentarre nel Pd, per sostituire il ruolo che aveva Genovese.

L’unico contraltare di Messina tra mafia e massoneria, per Crocetta è Trapani, il territorio di Matteo Messina Denaro: “C’è un gran silenzio su queste storie. Se il Pd  fa ilenzio su questo chi deve salvare la Sicilia? Renzi ha perso la carica di cambiamento in cui avevo creduto e spetrato pur non essendo stato mai renziano. Lo ha trasformato in una consorteria. Navarra dal mio punto di vista è impresentabile politicamente.

Crocetta sul Pd ha proseguito dandouno sguardo al suo interno: “Apprezzo molto la battaglia di Cracolici, abbiamo un segretario nazionale però, la cui parola vale zero. Raciti è stato tenuto fuori dalle scelte. È  inaudito”

Guardando alle amminisytrarive Crocetta aggiunge: “O ci siamo o non si capisce perchè dobbiamo fare gli utilo servi sciocchi. Se devo scegliere Accorinti o Navarra scelgo il primo. Inviterò i messinesi alla ribellione”

Sul suo successore, Musumeci, ha aggiunto: “Abbiamo visto di tutto dai rifiuti aiconti pubblici. Unassessore si è dimesso e non stato sostiuito. C’è una totale assenze delle opposizioni”.

 

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