Scompare uno degli interpreti più originali dell’architettura in Sicilia. E’ morto a Palermo il professor Umberto Di Cristina, progettista, arredatore, studioso e innovatore degli spazi urbani. Aveva appena compiuto 90 anni.
Nato a Marsala, si era trasferito a Palermo dove aveva prima lavorato all’Istituto per le case popolari e poi aveva intrapreso una lunga carriera accademica culminata con la nomina a pro rettore.
Del suo ruolo universitario diceva di essere stato un docente fuori ordinanza: “Ho alimentato sentimenti di correttezza, deontologia, moralità, ho insegnato in modo da suscitare più dubbi che certezze”. Le sue linee ispiratrici si pongono all’incrocio tra art nouveau, liberty, ispirazioni gotiche.
Amico di importanti figure dell’architettura italiana, tra cui Paolo Portoghesi e Giuseppe Samonà, aveva lavorato in uno studio professionale avviato con la moglie Luciana Natoli, prematuramente scomparsa. Tra il 1979 e il il 1981 era stato uno dei quattro saggi incaricati di elaborare il piano programma di Palermo. Il gruppo era coordinato da Giuseppe Samonà e, oltre a Di Cristina, ne facevano parte anche Giancarlo De Carlo e Anna Maria Borzì.
La loro visione dei problemi urbanistici del centro storico, da rivitalizzare come luogo di promozione culturale da sottrarre alla speculazione edilizia, suscitò grandi fermenti e polemiche.
Di Di Cristina aveva portato nel gruppo dei “saggi” la sua personalità prorompente che si poneva come anello di congiunzione tra politica e cultura. Lui stesso era stato un dirigente del Psi. Ma l’attività prevalente di urbanista lo aveva impegnato in un confronto con i movimenti europei.
Da oltre un trentennio aveva avviato un legame di vita e culturale con Domitilla Alessi, proprietaria della casa editrice Novecento, che è anche una libreria il cui arredo è stato progettato proprio da Di Cristina.
Per sua disposizione, non saranno celebrati funerali. Il corpo dell’urbanista sarà cremato.