I toni sul Ponte sullo Stretto si alzano e mentre i movimenti del No tornano in piazza e avviano una petizione, il corteo del 17 giugno ha lasciato polemiche. Tra gli interventi al microfono in rappresentanza dei manifestanti c’è stato chi ha indirizzato il Vaffa di grilliana memoria (e l’epiteto finale “mer…”) al senatore messinese Nino Germanà, vice presidente del gruppo Lega, segretario della Commissione Trasporti a Palazzo Madama nonché relatore della conversione in legge del decreto Ponte. Insomma oltre agli attacchi al ministro Salvini, già accolto con il lancio di rotoli di carta igienica a Messina in occasione dell’incontro promosso dalla Cisl, a finire nel mirino è il senatore impegnato in prima linea a favore dell’opera.
“Legittimo manifestare per le proprie idee- ha detto Germanà-ma non insultare pubblicamente chi democraticamente vuol realizzare l’opera che rilancerà il sud. I No Ponte hanno invitato all’odio verso di me e verso il ministro Salvini, con istigazioni al microfono. Grazie all’incessante lavoro di Matteo Salvini abbiamo rimesso in moto una macchina ferma da oltre 10 anni che porterà alla realizzazione della più importante sfida ingegneristica del secolo. Ognuno è libero di dare la propria interpretazione ma per me essere “percepito” come attore di questa grande sfida non può che essere motivo d’orgoglio. Pertanto con un sorriso ringrazio il pirla di turno che mi darà lo stimolo per lavorare sempre di più è sempre meglio…
Mentre arrivano i messaggi di solidarietà da parte degli alleati, come Ella Bucalo, senatrice FdI, Germanà sottolinea i silenzi da parte di esponenti del Pd, del M5S e di quei politici che non hanno preso le distanze.
“Nessuno si è scusato, né la Rete No Ponte, né il Pd o la Cgil o il M5S o gli ex consiglieri comunali presenti al corteo. So che non arriveranno prese di distanza, del resto per loro è normale insultare gli avversari”.
Solidarietà a Germanà anche da Salvini accomunato sia dai Vaffa che dal resto: “Noi parliamo di futuro e di opere, dall’altra parte c’è chi sfila con i vaffa e con le teorie bizzarre che il Ponte e il Mose sono voluti per progetti di guerra….”.
Uno dei pionieri No Ponte, Gino Sturniolo, replica su facebook: “Sappiamo bene che i territori non contano un fico secco, per questo abbiamo assunto come rappresentante politico dell’aggressione alla nostra terra Salvini. Non potremmo assumere Germanà come interlocutore politico. Adesso qualcuno si è rivolto a a lui e Germanà ha fatto come il bimbo che chiama la maestra. Sarà contento, accettiamo la polemica ma non si illuda è l’ultima volta”