“Dal Def alla sconfitta del Sud” è il titolo e tema del convegno su Infrastrutture e Territorio organizzato nella giornata di sabato presso l’ex Chiesa di Maria Alemanna da “Capitale Messina” e da “Rete per le Infrastrutture”.
Le promesse e le illusioni dispensate con l’impietoso riscontro dell’attuale Def che nega ancora una volta l’alta velocità al Sud e alla Sicilia e che sul Ponte sullo Stretto torna addirittura ad un ennesimo studio di fattibilità, sono state oggetto di dibattito in quello che è stato, non a caso, ribattezzato dai presenti una sorta di “Stati generali” delle politiche di sviluppo per il Mezzogiorno. Critiche al Governo che dichiara prioritario il Sud ma poi nei fatti lo dimentica e lo mortifica, ma anche e soprattutto proposte serie e concrete, fattivamente attuabili, per colmare il gap con il Nord hanno caratterizzato l’appuntamento voluto da “Capitale Messina”. Sono intervenuti, al dibattito sul contesto di riferimento, moderato da Lucio D’Amico, Pino Falzea (presidente di Capitale Messina), Giovanni Mastroeni (segretario Cgil), Ivan Tripodi (Segretario Uil), Alberto Palella (presidente di Confesercenti), Carmelo Picciotto (presidente di Confcommercio), Vincenzo Ciraolo (Presidente dell’Ordine degli Avvocati), Luciano Ventura (Responsabile Sicilia OrientaLE Confcooperative Sicilia) ed Enrico Spicuzza (presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili).
Il ruolo del Sud nel mercato globale è stato affrontato dal prof. Rocco Giordano (Economista dei Trasporti), ed è poi intervenuto Fernando Rizzo (Presidente di Rete Civica per le Infrastrutture). Le strategie per la Città Metropolitana sono state oggetto di dibattito con Giovanni Mollica (esponente di Rete Civica), Sebastiano Monaco (coordinatore Consulta Provinciale Geologi Messina), Giovanni Lazzari (presidente dell’Ordine degli Architetti Ppc), Santi Trovato (Presidente dell’Ordine Ingegneri), e Tonino Genovese (segretario della Cisl), ed era anche presente fra il pubblico Roberto Lagalla (Responsabile per il Mezzogiorno del Consiglio Nazionale delle Ricerche), e c’era anche il Soprintendente ai Beni Culturali di Messina, l’arch. Orazio Micali. Sempre fra il pubblico in sala il deputato del Nuovo Centro Destra, Enzo Garofalo. A concludere la tavola rotonda è stato Gianfranco Salmeri (Vicepresidente di Capitale Messina).
“Il programma del Governo si ferma ancora una volta – ha detto Falzea – e lo dimostra con chiarezza il Def alla Napoli-Bari. Giù nel nostro Sud non viene previsto nulla per fare sviluppo progresso e creare nuove economie. Dall’allegato che descrive opere, importi e priorità emerge un quadro sicuramente chiaro che ci fa capire l’impossibilità di creare al momento sviluppo nel nostro territorio. Ci siamo preoccupati e abbiamo organizzato una tavola rotonda per predisporre azioni condivise in grado di far capire al Governo che la linea nei confronti del Sud non può essere quella odierna. La Sicilia ha bisogno dell’alta velocità e dei grandi sistemi di trasporto intermodali europei. Il Ponte sullo Stretto fa parte di questa logica e dopo un progetto già definitivo e validato tornare indietro, ad uno studio di fattibilità e parlare di altro, significa un “basta, non ne parliamo più”. Abbiamo ragionato le possibili soluzioni e intendiamo chiedere una modifica al Def con l’inserimento delle opere che sono strategiche per lo sviluppo dei nostri territori”.
“Il problema va oltre il Def – ha dichiarato Rizzo – e se si va a guardare il piano strategico della portualità si può già andare a vedere come i grandi porti che producono ricchezza vengono individuati al Nord Italia e sul nostro territorio non si riscontra la volontà di determinare progresso e sviluppo. Non è più consentibile il processo di emarginazione del Mezzogiorno e che qui ci si debba rassegnare esclusivamente all’emigrazione e alla povertà assoluta. La Sicilia è la Regione con più inoccupati di tutta Europa. Soltanto il 42,5% dei siciliani hanno un’occupazione, stabile o non stabile. Siamo molto peggio dei rumeni, dei greci e dei bulgari. La soluzione è quella di comprendere il ruolo fondamentale che possono e devono avere Sicilia e Calabria nello sviluppo globale. Serve il secondo binario, per non condannare questi territori a rimanere emarginati. Le potenzialità per il rilancio certamente esistono e sono importanti”.
Rimane dunque di stretta attualità l’ineludibile necessità del doppio binario a fronte del sistema vetusto e superato del binario unico e delle vecchie gallerie. Occorrono nuove gallerie, le pendenze e la linearità necessarie per l’alta velocità. Ed a conferma di ciò – ha evidenziato “Capitale Messina” – ricordiamo che Delrio a Messina ha detto che si procederà tra Messina, Catania e Palermo a 200 km/h entro il 2030.
L’alta velocità invece sta sopra i 270 km/h. E le risorse economiche stanziate sono sufficienti a coprire meno del 20% dei progetti. Senza dimenticare l’inaspettato stop del Governo al progetto di allungamento delle piste dell’aeroporto di Catania, che avrebbe consentito l’arrivo dei voli intercontinentali. Un coro unanime ad alta voce reclama pari opportunità di sviluppo per questa isola e per Messina.
All’appello hanno aderito Confindustria, Confesercenti, Confimprese, Cgil, Cisl, Uil, Ordine degli Architetti, Ordine degli Ingegneri, Ordine degli Avvocati, Ordine dei Commercialisti.
E dall’occasione si è in tal modo inteso promuovere una mobilitazione permanente di tutte le forze sociali e politiche che attraverso i prossimi appuntamenti lanceranno una sfida di buon senso e di giustezza alle disparità politiche e programmatiche del Def. E’ la sfida degli Stati generali siciliani che hanno a cuore le sorti del proprio territorio. All’orizzonte c’è l’ultimo bivio del progresso, un appuntamento non più rinviabile e che non può più essere sacrificato al cospetto delle solite logiche antimeridionaliste.