La polizia di Catania su delega della direzione distrettuale antimafia etnea ha fermato 25 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I fermati, per lo più guineani ed ivoriani, sono stati rintracciati in diverse località italiane e sarebbero stati i componenti di una organizzazione straniera, che aveva compiti di gestire i viaggi oltre il confine di migranti provenienti dall’area subsahariana e intenzionati a oltrepassare l’Italia per andare in altri paesi dell’Unione europea.
Le indagini hanno preso avvio dalle dichiarazioni di una minorenne che, prelevata da una comunità, è stata messa su un autobus diretto al Nord, dove ad attenderla c’erano alcuni dei suoi aguzzini. “I trafficanti contattavano i migranti direttamente in Africa (Costa d’Avorio, Mali, Marocco, Libia) e lo conducevano, dietro pagamento di oltre mille euro, nel Paese europeo prescelto. Reati gravi, commessi in diversi paesi e caratterizzati dalla transnazionalità“, ha detto il direttore centrale anticrimine della polizia, Francesco Messina.
All’operazione è stata data esecuzione con la collaborazione degli omologhi Uffici investigativi di Asti, Cuneo, Genova, La Spezia, Pavia, Rimini, Savona e Torino. I particolari dell’operazione sono stati illustrati a Catania alla presenza, tra gli altri, del direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina e del questore di Catania Vito Calvino. Le indagini, durate due anni, hanno preso avvio originate dalla vicenda di una minorenne straniera non accompagnata arrivata nel porto di Augusta (Siracusa) il 25 gennaio del 2021. La giovane, che era stata collocata in una struttura del Catanese, voleva raggiungere la Francia seguendo le indicazioni avute in Libia da una donna che l’aveva avvicinata e le aveva dato il numero di cellulare di una persona che in Italia si occupava di far completare il lungo viaggio dal Paese di origine sino alla Francia passando per l’Italia. La minorenne si era allontanata dal centro affidandosi alle cure dell’uomo in Libia e grazie a quest’ultimo e ad altri indagati, era riuscita a fuggire per tre volte dalle comunità in cui era ospitata sino a raggiungere la Francia.
Secondo quanto accertato, l’organizzazione era composta da guineani e ivoriani che facevano parte di una organizzazione transnazionale formata da più cellule operative in Africa (Libia, Guinea, Costa d’Avorio, Tunisia e Marocco) ed in Italia (a Genova, Torino, Asti, Cuneo e Ventimiglia) ed in Francia, dedito al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in favore di una clientela (donne, uomini, bambini e neonati) dietro pagamento di somme di danaro. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania ed eseguite dalla Squadra Mobile, hanno individuato tre cellule: una con sede a Torino, una con sede in Liguria, una con sede a Ventimiglia. Considerevolo anche il giro d’affari dell’organizzazione: l’analisi delle postepay in uso ad alcuni degli indagati consentiva di attestare che uno dei sodali aveva effettuato l’acquisto on line di titoli di viaggio in un limitato arco temporale per un ammontare di circa 26.000 euro. Gli investigatori hanno anche accertato qualche caso di abusi sessuali.
Le indagini hanno fatto emergere ‘movimentazioni’ illecite di bambini in tenera età accompagnati dalle madri e talvolta da esse momentaneamente affidati ad un componente del sodalizio e la strumentalizzazione della condizione di incertezza del migrante che , desideroso di portare a termine il proprio progetto migratorio, veniva in qualche modo anche confuso e catturato da una falsa attenzione ai suoi bisogni, funzionale solo ad assicurarsi definitivamente l’affare ed evitare che il migrante si rivolgesse ad altri operatori del medesimo illecito settore di mercato.