Carissimi
Giunti a questo punto dell’anno, dalle mie parti, diventano tutti più buoni, tutti più devoti, tutti più pii, tutti più appassionati di musica, tutti più rispettosi delle istituzioni e degli Eroi.
È la stagione delle parate.
Come si può per un anno essere individualisti, farsi con spirito cinico gli affaracci propri, pestare i nostri competitor e giunti al fin della licenza affidarsi al grande rito pagano, nella speranza della benevolenza di chi, di fatto, schifatasi più di 800 anni fa dei palermitani, decise di andarsene a vivere in una grotta, lontano dalla città.
Ad oggi siamo lì a perpetrare la nostra fede a rimarcare il senso di giustizia nella speranza e nella quasi certezza che non esiste una giustizia divina, quantomeno su questa terra e quindi, fatto ciò che la si possa riuscire a farla franca tranquillamente.
Nella vita di ogni giorno non c’è la “VAR” e quindi se tocchiamo la palla con le mani e l’arbitro è distratto o ancora peggio è venduto, chi volete che se ne accorga?
Quindi, arrivato a questo punto dell’anno io ho una sola certezza, è passato un altro anno.
Purtroppo, non mi potrò sottrarre quantomeno dall’essere spettatore, ma fino a qualche anno fa adottavo il metodo di Dante Cruciani e me ne andavo a trascorrere il fine settimana a Crongoli.
Sono convinto che dopo avere scritto, dopo averlo detto, dopo aver fatto quello che chi come me reputa doveroso, se ci si accorge di qualcosa, ma messo davanti all’evidenza, chi dovrebbe ascoltarci non è interessato ad ascoltarci, giunge il momento in cui purtroppo, non essendo eroi, balena il pensiero risolutivo che ci spinge a dire: che è il mio cane?
Le cose andranno come devono andare, le cose andranno come è stato deciso che devono andare e ogni anno cambiano gli attori ma la commedia è sempre la stessa e non solo, ma avendo una produzione di natura industriale di personaggi in cerca d’autore, sui carri vincenti c’è sempre posto e nessuno si pone il pensiero di salire per dare una svolta e cambiare le cose, ma soltanto di trovare un posto è un passaggio.
Lo ripeterò fino alla nausea, non siamo un paese serio e se ne volessimo una ulteriore prova, chi nei posti di vertice decide di farsi corrompere lo fa per “una borsa di Louis Vuitton, biglietti per partite di calcio o per uno spettacolo al Teatro alla Scala di Milano” avidità più meschina nell’uso del potere, da far vomitare anche i veri ladri per professione che quando fanno un colpo lo fanno per cambiare la propria vita.
Il mondo sta cambiando con una velocità che neanche i più allenati riescono a stare al passo e qui, ce ne stiamo assolutamente fregando, l’importante e che ognuno di noi aggiunga un’ulteriore fotografia al proprio album, facciamo proclami urliamo e manifestiamo per le condizioni di vita nel Principato dell’Ugandababilo, voltandoci di contro ogni qualvolta sui nostri marciapiedi troviamo gente invisibile che ci chiede un aiuto. Ma noi siamo impegnati perché nella peggiore delle ipotesi non abbiamo neanche la necessità di comprarci le bandiere o costruirci gli striscioni, i quali vengono prodotti in quantità industriale da chi ovviamente da ciò ha la campata, ma la nostra coscienza è a posto.
Quindi cosa volete che cambi se riflettori saranno puntati sull’uno o l’altro artista, sull’uno o l’altro politico, qui continueremo ad andare avanti, con “i soliti ignoti“, forse non avendo notato che ogni qualvolta la storia si ricicla è nuovamente la peste che si diffonde (ottenendo l’effetto contrario).
Intanto, da motorista in città, mi godo l’asfalto rifatto e accetto l’inversione di tendenza plaudendo a chi ha trovato finalmente logico dare la priorità anche questi piccoli e grandi disagi per la collettività.
Alla fine della giostra, mentre con la moto per la strada posso determinare la mia sorte e attraverso gli attraversamenti anche l’involontario destino altrui, per il resto, fuori dall’acquario non posso fare altro che vedere come i prescelti e gli unti dal signore si divertono, mentre alla stragrande maggior parte di noi dal lunedì toccherà concentrare i nostri sforzi per mantenere l’acquario in funzione.
Un abbraccio buon Festino e che Dio ce la mandi buona.