E scontro senza tregua tra Cateno De Luca e Gaetano Sciacca, entrambi candidati a sindaco alle elezioni del 10 giugno a Messina. Il leader del M5S chiama e il deputato risponde, in una battaglia verbale e politica che si va arroventando nei toni e nei contenuti.
“Veniamo a conoscenza – ha detto Sciacca – che nel corso delle sue pagliacciate itineranti, il deputato regionale Cateno De Luca continua a diffamare il nome di Gaetano Sciacca e il M5S, mettendo in campo tutto il variopinto repertorio di provocazioni circensi che contraddistinguono il personaggio. Accuse e calunnie già al vaglio dei nostri avvocati, che sono al lavoro per arricchire ulteriormente il già variegato curriculum giudiziario dell’ex sindaco di Fiumedinisi”. “Stiamo parlando – ha aggiunto Sciacca – di un aizzatore di folle dall’ego ipertrofico che crede di essere un grande statista solo perché ha amministrato il pianerottolo di casa sua. Uno che guadagna 600mila euro l’anno (è il deputato più ricco all’Ars) e gioca a fare l’amico del popolo, circuendo i più sprovveduti con le sue teorie del complotto. Gli stessi seguaci ingenui che usa come squadriglie fasciste pronte a vomitare odio sui social per difendere il padrone”.
Duro l’attacco di Sciacca ma immediato è arrivato l’affondo di De Luca nei confronti del candidato del M5S, altrettanto perentorio in una replica al vetriolo in cui il deputato non fa giri di parole. “Non sono io ma Sciacca, che, non avendo argomenti, mi attacca parlando delle mie iniziative come pagliacciate criticando anche tutte le persone che appoggiano il mio progetto politico. Fa sorridere che chi rappresenta un movimento che si è fatto strada a furia di ‘vaffa…’ ed attacchi verbalmente violenti contro tutti, si scandalizzi per le mie espressioni. Ciò dimostra ulteriormente come Sciacca sia davvero un intruso nel M5S. Il suo problema è che non ha idee per la città e gli manca il terreno sotto i piedi dal punto di vista elettorale. Forse ha visto qualche sondaggio?”. Per questo critica me che invece ho presentato progetti validi per la città”.
“Sciacca – continua De Luca – non conosce nemmeno le motivazioni di alcuni miei gesti eclatanti che critica, altrimenti non penso potrebbe dire di non essere d’accordo con tali azioni. Ad esempio quando nel 2008 mi spogliai all’Ars l’ho fatto come forma di protesta perché avevano tentato di escludermi dalla Commissione bilancio per poter far passar nella finanziaria provvedimenti utili alla Casta per i propri affari e non per la gente. Il mio è stato allora un gesto dimostrativo che è servito per bloccare provvedimenti devastanti di chi utilizzava la Regione come un bancomat. Senza i miei interventi molti di quei provvedimenti sarebbero passati e la politica di allora avrebbe intascato altri soldi. Tra questi proprio i vecchi amici di Sciacca, esponenti della vecchia politica con i quali lui, e non io, è sempre andato d’accordo, tanto che lo hanno nominato in posti strategici. Sui miei compensi posso solo dire che sono soldi che provengono dal mio lavoro di decenni, io non sono andato avanti ad incarichi da parte della politica. Informo inoltre Sciacca che tentare di isolare i candidati scomodi è un metodo che nel mondo occidentale non si usa più da almeno 70 anni! Si confronti pubblicamente con me invece di chiedere il silenzio stampa“.
Poi l’attacco finale di De Luca che rivolgendosi a Sciacca ha aggiunto: “Lo informo, infine, che non mi limiterò alle parole, ma sto per pubblicare dei documenti che potremo approfondire in tutte le sedi”.