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Lo scontro

De Luca: “Pd Taormina non si intrometta nel mio dialogo regionale con i dem”

venerdì 17 Novembre 2023

Cateno De Luca “chiama” il Pd palermitano per una possibile intesa e alcuni territori dem, che sin qui hanno espresso una netta posizione “anti-deluchiana”, rispondono provando invece ad “arginare” la prospettiva futura di un asse tra il leader di Sud chiama Nord e i vertici regionali dei democratici. Dopo le polemiche scatenatesi a Messina, stavolta lo scontro si sposta direttamente nella città in cui De Luca è sindaco, a Taormina. E’ la volta della Perla dello Ionio, dove lo scorso maggio De Luca ha strappato la guida del palazzo municipale all’allora sindaco dei dem, Mario Bolognari dopo una contesa dai toni forti.

Adesso si registra un nuovo capitolo dello scontro, con la sezione di Taormina del Pd che ha diffuso una nota in cui entra in “gamba tesa” sui piani di De Luca e attacca il parlamentare sulla sua strategia di avvicinamento al Pd a Palermo. “Tengono banco in questi giorni rumors di alleanze a livello regionale tra il Pd e Sud chiama Nord – ha evidenziato il Pd taorminese -. Sud chiama Nord è oggi arenato a fenomeno tipicamente messinese e per di più ionico. Se intende crescere per più ampi progetti è costretto a tessere rapporti con altri partiti. Per farlo deve rinnegare sé stesso e trovare un motivo per giustificare che i vecchi nemici diventino i nuovi amici. Continuare a dire che è colpa degli altri, soprattutto degli avversari storici del Pd Messinese, non è una buona strategia”. Il Pd ha poi parlato di “20 anni di amministrazione sui territori e 4 legislature a Palermo”, con un avvertimento a De Luca: “Quanto alle alleanze regionali, come per i matrimoni, bisogna essere in due”.

Dura e immediata la replica di De Luca che conferma di voler interloquire a Palermo con il Pd e ritiene che questo dialogo non possa trovare “interferenze” in ambito provinciale o locale: “Ho parlato e confermo l’opportunità di un possibile orizzonte politico per la costruzione di un progetto – spiega De Luca – che potrebbe creare un fronte credibile e vincente rispetto all’attuale governo della Sicilia. Ma ecco che abbiamo i “guastatori” che con una visione da “quartierino” cercano di far saltare un progetto rivoluzionario in Sicilia. Lo hanno fatto a Messina e ora spunta una piccola parte del Pd taorminese. Si tratta di provocazioni e non ci casco. Non comprendo il Pd taorminese a che titolo parla di alleanze nazionali e regionali. Addirittura ci definisce “fenomeno da riviera ionica”, peccato che i nostri numeri pesano eccome, a Palermo e ci siamo anche a Roma. Non compete al Pd taorminese entrare in questi discorsi. Hanno già affossato Taormina prima del mio arrivo”.

“Sull’eredità che ho ricevuto a Taormina – continua De Luca – sono pronto a confrontarmi quando vogliono, ovviamente con il mio predecessore Mario Bolognari, anche perché sono convinto che dietro l’attacco del fantomatico Pd taorminese nei miei confronti ci sia sempre lui. A Taormina abbiamo dovuto fare una manovra, una variazione di bilancio, il “Salva Taormina” il 31 luglio scorso per evitare il secondo dissesto e rimediare a ciò che mi è stato lasciato in eredità. Possiamo entrare nel dettaglio di ogni aspetto che riguarda una gestione fallimentare che ha portato la città allo sfascio. Confrontiamoci, altrimenti fateci lavorare e abbiate il pudore di restare in silenzio. Di certo i ragionamenti con il Pd regionale sono un’altra cosa e non ci può essere alcun condizionamento da parte delle piccole logiche di quelli che mi attaccano per fatto personale e si sottraggono al confronto politico”.

De Luca, insomma, insiste e mette pressione al Pd regionale ma allo stesso tempo smarca il discorso dalle dinamiche locali, dove invece alcuni circoli e i relativi rappresentanti intendono arroventare il clima e frenare la strategia del leader di Sud chiama Nord. E il clima rischia di farsi ancora più incandescente, anche perché si va verso la campagna elettorale per le Europee e da una parte il parlamentare di Fiumedinisi vuole capire se arriveranno segnali politici dal centrosinistra, dall’altra proprio i rappresentanti dem nei territori non hanno intenzione di avallare la prospettiva di un patto tra De Luca e il Pd.

E anche qui, però, De Luca tenta il contropiede: “Quelli che si oppongono non esprimono la volontà delle comunità, sono invece i dirigenti, se così li possiamo chiamare, che hanno fatto carriera nel partito, passando dalle segreterie. E, oltre a quelli che mi criticano e che hanno governato con risultati negativi, per assurdo ci sono pure alcuni che invece sono all’opposizione da una vita perché non vogliono prendersi la responsabilità di provare a cambiare le cose. Io non arretro, non mi faccio condizionare e non cado nelle trappole. Si va oltre, siamo ben oltre questi piccoli ragionamenti, anche perché si parla delle decisioni che riguarderanno il futuro governo della Sicilia e degli equilibri che determineranno i risultati dei collegi uninominali siciliani che sono fondamentali per i risultati a Roma”. 

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