Il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, va all’attacco del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto sulla Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina. Da tempo si prospettava un “patto” strategico, con una convenzione, tra la Regione Siciliana e la Regione Calabria per il Ccpm di Taormina ma poi proprio la Calabria ha fatto un passo indietro e la decisione non è stata gradita dal leader di Sud chiama Nord e primo cittadino della Perla dello Ionio.
“Il presidente Occhiuto – dichiara De Luca – parla di uno pseudo-Ponte sullo Stretto “per unire il deserto” della Sicilia con quello della Calabria, sostiene il progetto di Matteo Salvini quando invece dovrebbe occuparsi di altro. In particolare non è stato in grado di dare l’intesa al suo collega Renato Schifani, alla Regione Siciliana, per la Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina. Non si comprende perché si è messo contro questa importante realtà. Tanti calabresi vengono qui per curare a Taormina i loro bambini, in Calabria non ci sono i numeri e i requisiti per una soluzione diversa ma non viene data a Schifani per poter ottenere la deroga sul decreto Balduzzi e quindi per consentire la stabilizzazione del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica a Taormina. Perché il presidente della Calabria non ha mai risposto alle lettere che gli abbiamo inviato? Vogliamo chiarezza. Qui stiamo parlando dei bambini e delle povere famiglie. Occhiuto spieghi perché non si è voluto individuare nella Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina il centro di eccellenza anche per la Calabria, considerando che in Calabria non si può fare. Questo modo di fare politica ormai è alla deriva e non è giusto che un reparto così importante venga penalizzato in questo modo”.
Il destino del Ccpm Taormina è ormai ad un bivio, la convenzione tra Regione Siciliana e il Bambino Gesù di Roma è in scadenza il 31 luglio prossimo e si attende la decisione del Ministero della Salute sull’istanza di deroga al decreto Balduzzi, che ad oggi precluderebbe le porte alla conferma del centro di Taormina e che, dunque, lascerebbe in attività soltanto il reparto riaperto lo scorso anno al Civico di Palermo. La Regione Siciliana spinge per lo scenario delle due cardiochirurgie, con un reparto – quello di Palermo – per il versante della Sicilia Occidentale e l’altro – quello di Taormina – per coprire l’area orientale.
La convenzione tra Sicilia e Calabria, di cui si parla ormai da anni, non si è mai concretizzata e la Calabria guarderebbe alla nascita di un centro di Cardiochirurgia proprio nel territorio calabrese, di comune intesa con la Basilicata. Uno scenario decisamente diverso rispetto a quello attuale che vede la Calabria collegata al Ccpm Taormina. Ma secondo il ministero non ci sono i numeri e i parametri necessari per dare il placet all’asse Calabria-Basilicata, mentre i report del Ccpm Taormina stanno convincendo il ministero della Salute sulla bontà delle attività poste in essere in questi anni dall’equipe del Bambino Gesù, che tra l’altro effettua anche diverse missioni umanitarie all’estero.
“È una situazione complessa, non dipende dalla Regione – ha evidenziato il presidente della Regione Siciliana, Schifani -. C’è un problema di finanza pubblica nazionale, c’è il controllo del Mef, e la trattativa è complicata, ma il problema mi sta a cuore. È difficile un’ulteriore proroga, ma stiamo lavorando affinché a breve si possa trovare un momento sintesi istituzionale e una soluzione risolutiva. Se dipendesse dalla Regione il problema sarebbe già risolto, ma il governo regionale da solo non può risolverlo. I limiti del decreto Balduzzi sono stringenti. Il governo regionale da solo non può risolvere questo”.
Resta da capire, in caso di via libera da parte del ministero alla conferma della Cardiochirurgia di Taormina, se sarà necessaria un’altra e a quel punto un’ulteriore proroga tecnica, rispetto alla convenzione in atto prorogata al 31 luglio 2024 tra Regione Siciliana e Bambino Gesù. I sindaci della zona ionica, nei giorni scorsi, hanno sollecitato l’Asp Messina sulla questione, a garantire in ogni caso altri 6 mesi di attività e in tal senso è arrivata la rassicurazione dal direttore generale, Giuseppe Cuccì, che ci sono le risorse finanziarie per prolungare il tutto almeno sino al 31 dicembre di quest’anno.