La scelta di Leoluca Orlando di bloccare il “decreto sicurezza” in rada al porto di Palermo approda anche in Consiglio comunale. A condurre la fregata, il leader dell’opposizione, Fabrizio Ferrandelli, che senza entrare troppo nel merito della querelle tra il sindaco e il ministro dell’Interno Matteo Salvini , che ha fortemente voluto il provvedimento in questione, ha scritto al presidente di Sala delle Lapidi, Totò Orlando, per “convocare urgentemente il Consiglio e fare chiarezza sulla vicenda sicurezza e sui diritti di cittadinanza di tutti i palermitani”.
Per Ferrandelli occorre riunirsi subito “per individuare insieme le procedure amministrative e le iniziative giuridiche e politiche da intraprendere affinché nessun diritto umano e civile possa essere leso nella nostra città”.
Naturalmente, il riferimento è alla nota che Orlando ha inviato, nei giorni scorsi, ai dirigenti dell’ufficio Anagrafe invitandoli a non tenere conto del “decreto sicurezza”. Istigando, quindi, dei pubblici ufficiali a commettere un reato. Per il leader de I coraggiosi, la mossa del Primo cittadino ha “contribuito a stimolare un dibattito meritorio, anche se a nostro avviso in parte strumentale ma utile e necessario, ma non in grado di determinare effetti amministrativi e giuridici certi ed immediati”.
“Pertanto – scrive Ferrandelli – ritengo che il nostro contributo politico possa essere determinante anche nella produzione di atti deliberativi e di indirizzo amministrativo che non scarichino responsabilità su terzi ma che, invece, individuino percorsi comuni e non ‘solitari e fragili’ a rafforzamento degli uffici affinché venga pienamente attuata la posizione di chi come lo scrivente, per storia personale e per cultura politica, sta dalla parte di chi si batte per l’accoglienza, l’integrazione e per il pieno rispetto dei trattati internazionali e della carta universale dei diritti umani”.
Poi la stoccata a Orlando: “Inoltre, cogliendo la straordinaria occasione di un ritrovato protagonismo ed impegno del nostro Primo cittadino, che da più di un anno abbiamo richiesto in Aula per un confronto sulle criticità evidenti nella gestione della città e delle sue aziende di servizi, la preghiamo, di invitare anche il ragioniere generale del Comune e l’Assessore al Bilancio”.
“Infatti, da una prima lettura della manovra economica nazionale e del bilancio previsionale approvato dalla giunta, credo si produrrà un ulteriore disallineamento di circa 10 milioni di euro. Disallineamento che si somma alla già fragilissima condizione economico-finanziaria del Comune di Palermo e che rischia di creare ulteriori tagli ai servizi del cittadino. E poiché un amministratore locale è chiamato proprio a garantire a tutti i cittadini ( per lo scrivente anche gli stranieri lo sono) diritti di cittadinanza quali i servizi (igiene ambientale, trasporti, illuminazione etc) credo che questa occasione – conclude Ferrandelli – possa essere importante per pianificare insieme, senza tifoserie e appartenenze politiche, un 2019 di diritti per tutti”.
Scarica QUI la lettera di Ferrandelli al presidente del Consiglio comunale