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I dati

Dematerializzazione, il digitale non sfonda: la carta rimane ancora la preferita nella Pubblica Amministrazione siciliana

sabato 23 Marzo 2024

digitale

La Pubblica amministrazione in Sicilia si avvia verso la digitalizzazione, ma secondo un recente rapporto Istat continua a permanere una certa “resistenza” al cartaceo. Nonostante quasi il 60% dei comuni fornisca punti di accesso wi-fi gratuiti, e oltre il 7% dei comuni abbia aperto le proprie porte all’utilizzo dell’’Intelligenza Artificiale, che certamente indica la volontà di alcune amministrazioni di sperimentare ed aprirsi all’utilizzo delle nuove tecnologie, emergono però dei dati in controtendenza che mettono in luce ancora una certa propensione a non abbandonare le vecchie procedure analogiche di protocollazione. In un recente articolo (CLICCA QUI) vi avevamo già parlato della “falsa partenza” della piattaforma Score, il nuovo strumento che si ha poneva l’obiettivo di raggiungere una maggiore snellezza operativa, alleggerendo in qualche maniera le ragionerie centrali e così velocizzare la spesa. Strumento che ha mostrato però più di qualche falla di gestione iniziale.

Dall’analisi Istat emergono altri dati talvolta inaspettati. La maggioranza dei Comuni siciliani (85,5%) preferisce ancora utilizzare la carta anziché adottare la versione digitale dei documenti. Inoltre, solo il 52,9% dei Comuni offre un processo completo online per almeno un servizio pubblico. Secondo l’indagine del 2022 condotta su 285 Comuni siciliani su 391, solo il 36% utilizza dispositivi mobili diversi dai computer fissi o portatili. Tuttavia, la situazione migliora notevolmente per quanto riguarda l’accesso a Internet, con il 99,2% dei Comuni siciliani che usufruisce della tecnologia a banda larga. La Sicilia sta compiendo progressi significativi nella copertura completa e la diffusione del Wi-Fi gratuito rappresenta un passo avanti importante per rendere più accessibili i servizi online ai cittadini.

Personale mediamente più informato

Il personale in Sicilia mostra una formazione digitale superiore alla media nazionale, con il 4,2% dei dipendenti possedenti competenze ICT (competenze specifiche relative alle tecnologie dell’informazione e comunicative), rispetto al 3% del totale italiano. Tuttavia, tale percentuale è superata dalla Provincia Autonoma di Bolzano, dove il 10,6% del personale è specializzato in questo settore. Inoltre, solo il 18,5% dei comuni siciliani ha avuto il personale coinvolto in attività formative ICT, a fronte del 23,1% della media italiana. Infine, il 78,2% dei dipendenti siciliani ha accesso a Internet, percentuale inferiore alla media nazionale del 91,7%, e distante dalle prestazioni superiori di regioni come Lombardia ed Emilia Romagna, con percentuali di accesso rispettivamente del 97% e del 96,65%.

I nodi da sciogliere sulla sicurezza informatica

Un’altra importante criticità nel settore pubblico riguarda la sicurezza informatica: sette amministrazioni locali su dieci non hanno una gestione strutturata degli eventi di sicurezza ICT, sia nel Nord che nel Sud del Paese. “La sicurezza nella Pubblica amministrazione significa sicurezza dei cittadini. C’è un impegno condiviso da tutte le forze del sistema Paese e anche la Regione farà la propria parte utilizzando il fondo di 26 milioni del “Pon legalità” che il ministero dell’Interno ci ha consentito di spendere nel successivo anno, anziché perderlo”. Queste le parole del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani a margine dell’evento “Cybersecurity” tenutosi ormai cinque mesi fa a Palermo.  Nell’ultimo anno, infatti, il 7,6% del sistema Italia è risultato sotto attacco informatico: l’anno precedente il dato era del 3,4%. Un trend, secondo gli analisti, destinato a crescere

Un divario digitale che preoccupa

Questi dati richiamano l’attenzione sul fenomeno del Digital Divide, ovvero di un evidente divario digitale non considerato nel rapporto dell’Istat. Differenze di accesso e competenze digitali che permangono tra diverse categorie di persone, in particolare gli anziani che spesso incontrano difficoltà nell’utilizzo delle nuove tecnologie. I centri di assistenza fiscale (CAF) stanno giocando un ruolo importante nel facilitare questa transizione verso la Pubblica Amministrazione digitale in Sicilia, ma diventa quindi essenziale che la digitalizzazione non escluda le fasce più vulnerabili della società. La progressiva chiusura degli sportelli bancari (CLICCA QUI) è un esempio di come la digitalizzazione potrebbe escludere ulteriormente queste fasce deboli, pertanto è cruciale adottare misure che garantiscano l’inclusione digitale per tutti.

Difficoltà non solo di competenze ( l’Istat rileva che nel 2022 il 43,7% degli individui di 15 anni e più in Sicilia non possedeva alcuna competenza digitale di base) ma anche di accesso alle tecnologie. Secondo l’Istat, nel 2022 il 23,4% delle famiglie siciliane non aveva un computer e il 17,8% non aveva una connessione internet.

Per un futuro più digitale

Investire nella sicurezza informatica e nella formazione del personale è fondamentale per sfruttare appieno le potenzialità delle tecnologie digitali. La digitalizzazione non riguarda solo la tecnologia, ma anche la cultura e le competenze necessarie per adottarla in modo efficace. La Sicilia, come dimostrano alcuni dati Istat, ha il potenziale per trarre vantaggio dalla digitalizzazione come motore di sviluppo e crescita, ma la strada sembra ancora in molti casi in salita. È necessario un impegno congiunto degli enti locali, dei cittadini e dei professionisti per sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e costruire una Pubblica Amministrazione efficiente, trasparente e accessibile a tutti. L’analisi critica sottolinea l’importanza di un piano strategico articolato che tenga conto delle specificità del territorio siciliano e delle diverse esigenze dei cittadini.

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