“E’ inaccettabile che i dipendenti regionali ricevano le retribuzioni più basse di tutto il comparto pubblico italiano. Da troppo tempo, infatti, attendono il rinnovo del proprio contratto collettivo con il conseguente adeguamento dello stipendio alla perdita del potere d’acquisto. Sono gli ultimi in Italia, non rinnovato il contratto per gli anni 19/21 e 22/24, anni nei quali, tra l’altro, l’inflazione galoppa“. Lo dichiara Mario Giambona vicecapogruppo del Partito democratico all’Assemblea Regionale Siciliana che ha discusso la questione con una interrogazione della Rubrica enti Locali in presenza dell’assessore Andrea Messina.
“Oltre a muoversi speditamente sugli adeguamenti contrattuali che permetterebbero di colmare la perdita di potere di acquisto – continua Giambona – è indispensabile procedere alla riclassificazione del personale sia del comparto che della dirigenza così da garantirne crescita professionale, retributiva e stimolare la partecipazione. La corretta gestione e valorizzazione del personale è un nodo cruciale ma non è sufficiente discutere solo di aspetti retributivi. Come evidenziato dalle Organizzazioni Sindacali, oltre all’aspetto economico, è fondamentale intervenire sulle misure di welfare aziendale oggi inesistenti e sulla previdenza complementare. Infatti, se da un lato c’è comune consapevolezza che il sistema di previdenza pubblico non garantirà da solo una pensione dignitosa, dall’altro la regione Siciliana non permette ai propri dipendenti di poter aderire alle forme di previdenza complementare previste per legge. Ecco perché – conclude – il mio impegno su questo argomento è massimo. L’obiettivo è fare comprendere al governo Schifani che i dipendenti regionali sono una grande risorsa e come tale vanno valorizzati“.