Sarà un tavolo tecnico congiunto assessorati Famiglia e Sanità a stabilire le procedure, i criteri e le modalità per l’accreditamento unico delle comunità alloggio per disabili psichici che erogano prestazioni socio-sanitarie.
Lo hanno comunicato stamane gli assessori regionali della Famiglia, Antonio Scavone, e della Salute, Ruggero Razza, nel corso della loro audizione che si è svolta presso la sesta commissione all’Ars, proprio in merito alla corresponsione ai Comuni delle quote di compartecipazione sulle rette per i servizi resi nei confronti dei disabili psichici.
“Il tavolo tecnico – spiega Scavone – avrà anche il compito di determinare le risorse da corrispondere ai Comuni rispettivamente per la quota sanitaria e per quella socio-assistenziale nonché le modalità di monitoraggio e controllo delle comunità alloggio per disabili psichici. Si tratta di un grosso passo avanti che, se da un lato, mira ad evitare i gravosi contenziosi, verificatisi in passato, tra amministrazioni locali ed Asp, dall’altro intende essere un segno di rispetto per le difficoltà dei Sindaci chiamati dalla normativa vigente all’onere complessivo della spesa di mantenimento dei disabili psichici in strutture di tipo familiare alternative ai presidi ospedalieri”.
A far parte del tavolo saranno i dirigenti generali del Dipartimento Famiglia e di quello delle Attività sanitarie, un componente dell’ufficio di gabinetto dell’assessorato famiglia e uno di quello della salute, un avvocato dell’Ufficio Legislativo e Legale, uno psichiatra e l’ANCI.
“Voglio ringraziare l’Associazione nazionale dei Comuni – aggiunge Scavone – per il contributo portato questa mattina in ordine al tema dei disabili psichici e rassicurare i primi cittadini che questo Governo regionale ha ben presente le loro difficoltà nell’erogazione di servizi essenziali ed obbligatori la cui spesa è spesso incompatibile con le disponibilità dei bilanci comunali”.
Tra i compiti del tavolo tecnico ci sarà quello di riorganizzare l’assistenza psichiatrica in maniera tale che ruoti intorno al Progetto Terapeutico Individualizzato e che si fondi sulla presa in carico globale dell’utente attraverso l’introduzione di percorsi assistenziali flessibili che prevedano oltre alla residenzialità anche attività domiciliari, sostegno socio-familiare, inclusione socio lavorativa e housing sociale.