“Valanghe non d’inverno ma d’inferno”. Potrebbe essere questa la rappresentazione di ciò che sta accadendo da tempo vicino l’Etna ed esattamente nella società Oikos, azienda che gestisce la discarica “Valanghe d’inverno” tra Motta Sant’Anastasia e Misterbianco.
Una delle mega discariche siciliane, che secondo i giudici, ha le fondamenta basate su un “vorticoso sistema di corruzione”.
Mazzette, prostitute, hotel di lusso, viaggi, sarebbero alcuni dei mezzi utilizzati in questo sistema ‘malato’. Tra gli imputati ci sono l’ex funzionario regionale dell’assessorato all’Ambiente e Territorio Gianfranco Cannova e l’ex patron della Oikos Mimmo Proto.
Il primo, “da funzionario dell’assessorato regionale al Territorio, con un ruolo-chiave nelle procedure di Autorizzazione integrata ambientale, aiutava Proto, dietro consegne di denaro e altri tipi di utilità“. Ovvero, scrivono i giudici, “In una perpetua inquietante progressione criminosa, metteva a disposizione tutta la sua indubbia competenza nel settore dei rifiuti”.
Fra le anomalie di Oikos spunta anche chi, un tempo controllore della discarica per conto dell’assessorato regionale, svolgerebbe da tempo consulenze per Oikos, la società che, appunto, gestisce il sito catanese.
Intanto, dopo aver vinto una serie di contenziosi amministrativi, la Oikos non è in amministrazione controllata ed è ‘viva e vegeta’. Proto non è più il patron della discarica, che è adesso affidata all’avvocato Luciano Taurino. I giudici di Palermo, nella sentenza emessa qualche giorno, fa scrivono: “In breve, tutte le istanze di competenza regionale inoltrate dai privati e dagli enti pubblici, operatori economici, che volevano realizzare una discarica nel territorio della Sicilia o ottenerne il rinnovo alla scadenza quinquennale, o che subivano controlli o rischiavano di incorrere in un procedimento di revisione dell’Aia e o a sanzionatorio (come nel caso del Proto che verrà esaminato) passavano dalla gestione del Cannova…”.
Nonostante le proteste del comitato No Discarica che da anni si batte contro il sito che sorge a poca distanza dall’abitato di Misterbianco, ad oggi la discarica di Valanghe d’Inverno è attiva e funzionante.
Proprio in questi giorni il governatore Musumeci ha dichiarato alla stampa che è “un’offesa al buon senso che la discarica continui ad essere aperta”. Non è mancata la risposta da parte del presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Claudio Fava, che ha acceso le tensioni politiche in merito a questa tematica. “Nello Musumeci è un esempio scolastico di dissociazione della personalità politica. Da una parte nella qualità di Presidente della Regione il 9 agosto proroga per dieci anni l’autorizzazione alla Oikos, dall’altra, il suo avatar il 16 agosto costituisce “un gruppo ristretto” per valutare il caso Oikos“.
Ma volendo tornare nei luoghi della discarica: sabato scorso (11 gennaio ndr) si è tenuta presso lo studio catanese del penalista Goffredo D’Antona, la conferenza stampa del Comitato No Discarica di Misterbianco e Motta, assistito dagli avvocati Corrado Giuliano del Foro di Siracusa e Goffredo D’Antona, legale storico dell’associazione spontanea.
L’associazione ha depositato un ricorso al Tar che ripercorre, “trattandosi di rinnovo, le tappe della prima infausta autorizzazione DRS 221/2009, l’AIA, che oggi sappiamo essere frutto di corruttela, è di per sé un lungo escursus di atti endoprocedimentali di assai dubbia legittimità e non definitivamente conclusi”.
Ma in questa vicenda dalle sfumature non chiare, è presente un professore ordinario dell’università di Catania che avrebbe un ruolo emblematico in tutta la storia. Stiamo parlando dell’ingegnere sanitario ambientale Federico Vagliasindi. Il professore è stato consulente dell’assessorato regionale ai tempi di Giosuè Marino.
L’ufficio, ovviamente, funge fa controllore delle discariche siciliane e dell’impatto di queste sul territorio. Il suo nome è presente nelle intercettazioni tra il Proto e il funzionario Cannova. Il 12 settembre 2011 “Proto mandava a Cannova un sms col quale gli chiedeva se avesse notizie di una ispezione in discarica”.
Il funzionario dopo essersi informato, comunicava al patron della discarica di una ispezione in cui era presente anche l’ingegner Vagliasindi, consulente dell’assessore “col quale come si vedrà, Cannova avrebbe potuto imbastire un dialogo…”.
“Ti ripeto, gli interlocutori non gliene fotte niente…non sono interlocutori che vengono a fare casino o per fare danno…” affermava il funzionario regionale al Proto.
Sono passati molti anni da quelle vicende e oggi il professore Vagliasindi, presidente della Csisa onlus (Centro Studi Ingegneria Sanitaria Ambientale domiciliata presso la stessa Università di Catania), svolgerebbe consulenze ed assistenza a favore della Oikos: “La consulenza non è mia ma è del centro studi. Il centro ha un suo statuto. Si occupa di attività editoriale, ricerca, progetti. Lo statuto elenca tutte le attività di interesse previste. Poi a secondo dai punti di vista ci può essere chi ritiene che una consulenza per una discarica gestita da una società privata non abbia una valenza sociale. Ma questi sono punti di vista. Se una discarica grazie ad una consulenza viene gestita bene, ha certamente dei riscontri sociali. Tutti i punti di vista sono rispettabili ma molto spesso vengono da informazioni parziali. I flussi finanziari che riguardano l’associazione sono con scritture contabili, gli introiti avvengono su un conto dedicato, tutte le spese vengono fatte in rispetto alla normativa vigente e il sottoscritto non percepisce un euro in quanto presidente”. Afferma a ilSicilia.it il professore Vagliasindi.
Nel frattempo, dagli uffici dell’università di Catania fanno sapere che il Rettore Francesco Priolo e il direttore generale Giovanni La Via, già nei giorni scorsi, in via ufficiale, hanno richiesto chiarimenti al direttore del dipartimento e allo stesso docente, per verificare quali sono i termini esatti della questione e della consulenza con Oikos. I vertici dell’ateneo attendono quindi una risposta per poter valutare.