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Il contenzioso

Dissesto a Taormina, ultima “spada di Damocle” da sei milioni per il Comune

lunedì 18 Marzo 2024

Sulla strada che porta alla chiusura del dissesto finanziario a Taormina c’è un ultimo ostacolo all’orizzonte, una questione che il Comune vuole provare a dirimere adesso per non rischiare di dover affrontare poi il problema quando l’ente sarà tornato ad un regime finanziario di normalità. Si tratta del contenzioso per l’esproprio dei terreni dell’ex piscina comunale, in quella che sarebbe dovuta diventare (e non è mai diventata) la cittadella dello sport. Una vicenda nella quale c’è una sentenza passata in giudicato che chiama il Comune a pagare ai creditori sei milioni di euro e sulla quale, tuttavia, la casa municipale vuole riprovare la strada di una transazione.

Negli anni Ottanta avvennero gli espropri in contrada Bongiovanni, poi ci fu l’apertura della piscina comunale, chiusa e mai più ripristinata a partire dal 2017 in poi, e nel frattempo c’è stata soprattutto una causa che ha attraversato almeno tre decenni, avente ad oggetto il mancato pagamento di alcune somme agli eredi dell’allora proprietario dei terreni.

Gli eredi dell’allora proprietario dei terreni di contrada Bongiovanni hanno comunicato, per il tramite del proprio legale, alla Commissione liquidatoria, incaricata per il dissesto, che non intendono transigere. La transazione che era stata proposta dalla Commissione è di tre milioni di euro circa, a fronte dei sei milioni vantati dal creditore. La cifra con la quale, insomma, il Comune ha provato a chiudere il caso non è stata ritenuta congrua e così Palazzo dei Giurati rischia di dover pagare per intero, sino all’ultimo centesimo, l’importo di un contenzioso nel quale la convinzione era quella di abbattere la somma del 50%. Ed è una “spada di Damocle” che si affaccia all’orizzonte sui prossimi mesi per il Comune, con il sindaco De Luca che non ci sta e prospetta anche e soprattutto per questo motivo l’ipotesi di un nuovo piano di riequilibrio.

Al momento la Commissione liquidatoria ha chiuso la gran parte dei contenziosi con i quali era alle prese il Comune nell’ambito del dissesto e ha definito le situazioni più spinose con i vari creditori dell’ente, a partire dalla vicenda più pesante che era quella del lodo Impregilo, con l’attuale Webuild, definita per ventitre milioni e mezzo di euro. Rimangono alcune transazioni per piccoli importi da formalizzare nella fase finale di questa attività che dovrebbe portare a maggio o giugno alla chiusura del dissesto, con la relativa trasmissione degli atti al Ministero dell’Interno e alla Corte dei Conti.

La Commissione Liquidatoria ha a disposizione un “tesoretto” residuo di circa sette milioni per ultimare la propria attività, che sin qui è stata decisamente intensa su tanti fronti. Poi verrà trasmessa come detto una relazione conclusiva per le valutazioni che competeranno ai palazzi romani. Il Comune di Taormina potrà lasciarsi alle spalle il dissesto forse già a maggio o al più tardi a giugno, e tornare ad una condizione di normalità a distanza di tre anni dalla dichiarazione del default che avvenne nel luglio 2021. Ma la fine del dissesto coinciderà anche con il momento in cui le casse del Comune torneranno, a tutti gli effetti, ad essere “aggredibili” dai creditori, in particolare da quelli che non hanno voluto procedere ad una transazione con la casa municipale. Ed è questa la preoccupazione dell’Amministrazione comunale del sindaco De Luca.

Il primo cittadino sta pensando ad un piano di riequilibrio per bloccare le azioni dei creditori per “almeno altri tre anni” ed è una mossa che, in sostanza, intende mettere pressione su coloro che non hanno accettato le transazioni, affinché la fase commissariale del dissesto possa chiudersi con una definizione complessiva e totale, anzi “tombale”, delle vicende che riguardano i vari debiti maturati nel tempo dal Comune di Taormina.

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