“Soloni e novelli censori a vario titolo che oggi aggrediscono ideologicamente (e solo per bieca ideologia) l’attuale governo regionale, sembrerebbero aver dimenticato i cinque anni del disastro targato Pd. Hanno rimosso la figura di quel “rivoluzionario senza rivoluzione” di nome Saro Crocetta e le ombre che su quel governo dalla rivoluzione mai partita avrebbe originato il cosiddetto sistema Montante. Ma a guardare le cose con occhio presbite (ovvero in lontananza) sono ben nove gli anni di centrosinistra al governo della Regione, di cui gli ultimi cinque con una maggioranza schiacciante di 60 deputati su 90, con più di 50 assessori nominati”.
È il duro affondo di Tania Pontrelli e Luca Tantino, del Direttivo Regionale di Diventerà Bellissima. Che proseguono: “Poco ci mancava che dopo segretarie e aficionados politici di comprovata fede rivoluzionaria, Saro di Gela non nominasse – emulo di Caligola – assessore della rivoluzione il suo cavallo. Ma forse il buon Saro non aveva un cavallo all’epoca dei fatti, diversamente un pensierino ce lo avrebbe fatto. Dove erano in quel lungo lasso di tempo, tutti coloro che oggi si ergono a paladini della Sicilia e fustigatori dell’operato del governo in carica, guidato da un politico fra i più integerrimi e competenti in Sicilia?
I pentastellati siciliani, poi, hanno forse dimenticato di avere avallato reiteratamente la politica scellerata del governo Crocetta? E il Pd siciliano, con in testa i suoi deputati regionali, è in grado di assumersi le proprie responsabilità morali e politiche e fare una seria autocritica? Un’autocritica seria, serena, onesta, non fondata su palafitte ideologiche? Lo capirebbe anche un somaro, ed è di tutta evidenza che questa opposizione giallorossa non abbia la credibilità indispensabile per potersi ergere a strenua, illibata sostenitrice degli interessi dei siciliani, dal momento in cui molti dei suoi attuali Torquemada nelle trascorse legislature hanno tradito le legittime aspettative degli stessi. Dati alla mano, non fantacalcio.
Ha ragione il Presidente Musumeci quando afferma nella sua replica in Aula a Palazzo dei Normanni, che ormai da anni i siciliani sono abituati ad una politica delle illusioni, che li fa prima “sognare” con vane promesse clientelari e poi, li utilizza come serbatoio elettorale.
Ebbene, questo non è il governo dell’illusione, della fabbrica delle illusioni e degli illusionisti di mestiere, del gioco pirotecnico e degli effetti spettacolari, del piatto di lenticchie offerto in contropartita di un consenso elettorale: questo è il governo della semina silenziosa, della responsabilità nel riempire le voragini ereditate. È il governo del merito e della serietà che (con buona pace del centrosinistra) ha cominciato a far breccia nelle coscienze di tutti quei siciliani che sanno guardare oltre il proprio naso. Questo è il governo che parla ai sindaci considerandoli amministratori di frontiera, accompagnandoli nella buona pratica amministrativa attraverso progetti e finanziamenti che consentano lo sviluppo dei territori. A prescindere dalle appartenenze e dalle tessere di partito. Ne siamo orgogliosi, certamente come operatori della politica, ma soprattutto come siciliani che finalmente guardano al più alto scranno della politica regionale rappresentato da un uomo libero, per tale motivo non ricattabile. Da nessuno. E poter guardare la propria gente negli occhi, senza l’imbarazzo di dover abbassare lo sguardo, è già una prima incoraggiante vittoria”.