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Documento a Conte di oltre 70 sindaci: “Misure economiche insufficienti per i comuni, il governo ci ascolti” | VIDEO

venerdì 3 Aprile 2020

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Un documento sottoscritto da una settantina di sindaci prevalentemente della provincia di Messina, per chiedere misure economiche più incisive a sostegno dei comuni. Primo firmatario il sindaco di Furci Siculo Matteo Francilia, che guida la nutrita pattuglia dei primi cittadini del Messinese.

“Riteniamo insoddisfacenti – scrivono i sindaci – le misure annunciate in data 28 marzo 2020 dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri. Riteniamo anche il tipo di comunicazione del Governo irresponsabile e inaccettabile perché oltre a creare numerose aspettative nelle fasce più povere ha caricato i comuni di una grave responsabilità senza fornire assistenza concreta e risorse reali. I provvedimenti annunciati dal Governo hanno carattere illusorio e palesemente insufficiente: I 4,3 miliardi stanziati di cui ha parlato il presidente Conte, non sono nuove risorse come si è irresponsabilmente voluto fare credere ma sono solamente un anticipo di trasferimenti a valere sul fondo di solidarietà destinato ai comuni, dunque di risorse già iscritte nei bilanci di previsione delle nostre amministrazioni”.

Non soltanto sindaci del Messinese, perchè fra i primi firmatari vi sono anche sindaci di comuni di altre province, come quello di Chiusa Sclafani nel Palermitano Francesco di Giorgio, o Anastasio Carrà di Motta S. Anastasia in provincia di Catania, o ancora Salvatore Gallo, primo cittadino di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa.

I primi cittadini vanno giù duro: “Anche la cifra annunciata di 400 milioni – affermano – risulta purtroppo palesemente insufficiente per rispondere adeguatamente alle necessità di quasi ottomila comuni sul tutto il territorio nazionale. Invitiamo il Governo nazionale a rifarsi all’esempio del Governo regionale siciliano che su iniziativa del presidente Musumeci ha deciso di destinare cento milioni ai comuni dell’Isola. Si tratta di risorse nuove che saranno preziosissime per i nostri comuni al fine di intervenire concretamente nell’ambito del sostegno alimentare alle famiglie in difficoltà. Come amministratori locali siamo davanti ad enormi sacche di sofferenza dove il disagio rischia di mutarsi in rabbia e la rabbia in violenza. In questo clima non possiamo accettare dal Governo nazionale provvedimenti propagandistici che non rispondono assolutamente al grave momento che viviamo. Consapevoli della necessità di evitare drammatici risvolti sociali, e che il tempo della propaganda e dei tentennamenti è finito, chiediamo con forza un’immediata inversione di rotta che auspichiamo si traduca in risorse vere, consistenti e aggiuntive rispetto ai circa quattro miliardi dichiarati che, lo ribadiamo, sono esclusivamente un anticipo dovuto”.

Diverse le proposte formulate: “liberazione di una parte dell’accantonamento al Fondo Crediti Dubbia Esigibilità in deroga all’attuale normativa sulla quota di accantonamento minima, al fine di sostenere gli equilibri di bilancio negli anni 2020 e 2021;
– l’esclusione dal monitoraggio dei tempi di pagamento dei debiti commerciali, delle fatture scadenti nel periodo che va dall’8 marzo al 31 maggio 2020, evitando, in questo modo, rappresentazioni distorte perché influenzate da fattori esogeni rispetto all’amministrazione comunale debitrice; – l’istituzione, nel bilancio del Ministero dell’Istruzione, di un fondo straordinario da destinare direttamente agli enti locali per sostenere i servizi di educazione e istruzione per l’infanzia, di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 65, a gestione diretta da parte degli stessi enti, a seguito della sospensione delle attività disposta con i provvedimenti adottati, ai sensi dell’articolo 3 comma 1 del DL del 23 febbraio 2020 n.6 e successivi, a seguito nell’emergenza coronavirus; – l’utilizzo per il 2020, anche integralmente, dei proventi delle concessioni edilizie e dei proventi delle alienazioni dei beni patrimoniali dell’ente; – la rinuncia da parte del Governo a trattenere per il 2020 la quota IMU di sua spettanza; – l’estensione a tutti i mutui della moratoria prevista nel Decreto legge 17 marzo 2020 n. 18, c.d. “cura Italia”, al momento riservata solo a quelli transitati al MEF, con rinegoziazione dei tassi d’interesse di tutti i prestiti contratti dagli enti locali con Cassa Deposito e Prestiti al fine di liberare ulteriori risorse – nessun limite all’utilizzo delle risorse destinate agli investimenti per le spese correnti; – 50.000 euro stanziati per i piccoli Comuni per l’efficientamento energetico da utilizzare per le spese correnti; – la garanzia di copertura a Giugno di eventuali insoluti sulle entrate certe da Imu; – Richiesta di differimento dell’entrata in vigore al 2021 del Decreto di attuazione dell’art 33 del dl n34 del 2019 in materia di assunzione del personale in base alla sostenibilità finanziaria che dovrebbe avere decorrenza dal 20 aprile . – la possibilità utilizzo avanzi in spesa corrente;
– la sospensione dei pagamenti per servizi che non vengono erogati, ma che per contratto non possono essere sospesi (es. servizi sociali: si sospendono le rette, ma le fatture a chi li eroga ad oggi dobbiamo versarle) con conseguente copertura da parte dello Stato delle spese affrontate per i minori e gli anziani ricoverati nelle strutture che per i disabili mentali; – la riduzione ulteriore delle percentuali di avanzo da mettere nel fondo crediti dubbia esigibilità; – il rimborso dell’Imu 2020 (almeno il 7,6 x 1000 dei capannoni e aree catastali D) e dei costi Tari così da non emettere tasse per l’anno 2020.

Accanto alle misure finanziarie è indispensabile mettere in campo degli interventi che consentano ai comuni di intervenire rapidamente su servizi sociali, sicurezza e semplificazione.

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