“Il mondo è un libro, e chi non viaggia ne conosce soltanto una pagina“, diceva Sant’Agostino. Il Padre Giovan Battista Sidot[t]i fu certamente un grande apostolo, ma fu anche un gran lettore del Mondo. Figura singolare e poco conosciuta, di nobile famiglia palermitana, Sidotti visse una vita avventurosa ed eroica. Partito da solo in Missione per il lontano e allora sconosciuto Oriente, subì il martirio in Giappone nel 1715.
La sua storia coraggiosa, il suo amore per la conoscenza, il suo fervente cristianesimo sono oggi divenuti un’opera teatrale scritta dalla giornalista Annamaria Waldmüller Volpi che, prodotto dalla famiglia Volpi col Patrocinio del Comune di Palermo, dell’Ambasciata del Giappone in Italia e della Fondazione Italia Giappone, debutterà in prima allo Spasimo di Palermo il prossimo 22 giugno alle 21 (con replica il giorno successivo), per la regia e le musiche di Mariano Bauduin, le scene di Nicola Rubertelli e i costumi di Marianna Carbone.
Per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Ancora una volta, l’Arte si fa costruttrice di ponti e legami fra popoli e culture. Ancora una volta, grazie all’Arte e alle Culture, Palermo rafforza i propri legami e le proprie relazioni internazionali. La figura del Missionario Sidotti è simbolica di un impegno al dialogo e all’incontro fra i popoli che è oggi il segno distintivo di Palermo. Anche per questo sono grato alla famiglia Volpi, all’Ambasciata del Giappone e alla Fondazione Italia Giappone per aver voluto realizzare quest’opera che mi auguro sia foriera di nuovo dialogo e nuovi incontri fra i nostri popoli“.
Protagonisti di “Due uomini, due civiltà” nei ruoli di Sidotti e del maestro confuciano Arai, rispettivamente Mario Zucca, noto doppiatore e interprete di commedie radiofoniche e di importanti varietà satirici, e nella meno nota veste di attore Micha Van Hoecke, beniamino del pubblico palermitano per avere firmato tanti spettacoli di danza al Teatro Massimo del quale è stato anche direttore del Ballo e coreografo principale.
Li affiancano Paolo Romano (narratore/Shogun), rapper, scrittore e attore; Patrizia Spinosi, interprete di tanti lavori di Roberto De Simone, e Lello Giulivo, attore di cinema e di teatro. Questi ultimi due danno voce ad Haru e Chosuke, i due servitori che Sidotti converte, violando i divieti che l’avrebbero lasciato in vita. La produzione è de Gli Alberi di Canto Teatro, la compagnia fondata da Bauduin, compositore e regista di lirica e di prosa, anche lui formatosi con De Simone, di cui ha ripreso importanti regie come quella della celebre “Gatta Cenerentola”.
Lo spettacolo parla di una storia antica ma declinata con linguaggio contemporaneo, che mescola recitazione, canto e danza nei vari stili dal kabuki agli orientalismi barocchi della Commedia dell’arte. I movimenti coreografici firmati da Miki Matsuse hanno permesso a regista e attori di rievocare sulla scena le atmosfere del Giappone.