Carissimi
Chi ha perso oggi domani vincerà, chi ha vinto oggi domani perderà, non è soltanto statistica ma è il naturale avvicendarsi delle battaglie della vita e allora nel momento in cui ci si organizza in schieramenti, o si sa che uno vincerà e gli altri perderanno, bisogna accettare la competizione con tanta sportività sapendo che chi compete vince o perde ma scende sempre in campo per dare il meglio di sé stesso con correttezza.
Noi siamo stati abituati, dal momento in cui sono venuti a mancare i grandi ideali, alla circostanza che si alimentassero sempre più le grandi schiere dei voltagabbana e di coloro che salgono sul carro dei vincitori, coloro che come dico sempre, nella vita pareggiano poiché non hanno neanche la dignità di perdere ogni tanto, per imparare dai propri limiti a migliorarsi.
Costoro sono il vero cancro della nostra comunità, poiché non sono disponibili a dare qualcosa per gli altri (gratuitamente) ma coltivano soltanto il proprio ego pur di arrivare al proprio scopo che non “odora” certo di santità.
Come si fa a stanare costoro? Il giocatore vince e quando parla sa mantenere la propria misura e così ligio alle consegne, fa ciò non straparlando e non infierendo nei confronti dell’avversario, così come colui che perde, rimane osservatore, oppositore, mantenendo sempre una leale compostezza che contribuirà a classificarlo come persona seria, preparandosi alle future battaglie.
Il migrante degli schieramenti una volta afferrato il suo osso, essendo vocato all’apparire, farà di tutto per guadagnare la ribalta e giustificarsi dalla sua assenza fino ad allora, in prima linea, rifugiandosi dietro storie di incomprensioni, di vessazioni e di ingiustizie che lo hanno tenuto lontano.
Questo soggetto parla, straparla, a volte senza fare accortezza a coloro che nel frattempo hanno potuto montanare un punto di vista euleriano nello studio della nostra comunità contemporanea, registrando quali sono stati i movimenti, grazie anche a quell’indiscreto strumento dai social con le loro foto ed i “post” che rimangono nella memoria collettiva e che mostrano la carriera di tutti noi comprese le nostre transumanze.
Ecco perché è importante mantenere un basso profilo, e a maggior ragione se sei tra i miracolati dal tempo, facendo in modo che questa stagione possa diventare la nostra stagione migliore e durare quanto più tempo possibile, senza stare a riallacciare con vicende del passato le nostre sorti, per non correre il pericolo che ci sia sempre qualcuno che muto osservatore, sbottando, a un certo punto possa esclamare: “Bastià, fatti accattà di cu nun ti canusci”.
Più ci si sposta verso i grandi consensi, più queste file si gonfiano di comparse, e di tanti caratteristi, di poche prime donne e addirittura pochissimi capi compagnia, ma soprattutto di pessimi testi, brutti spartiti frutto della mediocrità sui quali poter recitare.
Di contro è terribile il prendere consapevolezza di questa mancanza della materia prima e decidere di recitare a soggetto non avendone le qualità.
I personaggi in cerca d’autore sono lì, in ogni angolo, pronti ad indossare il vestito buono e a godere dei vantaggi di guerre sostenute da chissà chi, poiché la cosa triste di queste vicende è quella che una volta celebrati gli eroi ci rimane il vuoto per la loro assenza, rimarremo inconfortabili poiché è vero che avranno scritto la storia per la difesa di principi assoluti affinché questo mondo potesse conservare dei valori su cui far crescere e migliorare la nostra società, ma la triste realtà, una volta tolti i paramenti dalle commemorazioni, è sapere di aver perso la gente migliore e che ancora oggi determinati sacrifici (a volte non cercati) altro non sono serviti che per garantire la fortuna di immeritevoli e immorali personaggi che hanno saputo approfittare dei simboli, regalandoci oltre al danno la beffa.
A volte scopriamo che è stato soltanto uno squallido gioco di soldi e di poltrone, a che cosa è servito il sangue e il sacrificio di onesti servitori dello stato se questo paese non ha imparato ancora ad essere un paese serio?
Ma se così fosse a che servono gli eroi se vengono trasformati in un cattivo esempio per tutti coloro che purtroppo vincono ancora e che sono convinti che a questo mondo “cu è fissa si stavi a casa”?
E io come novello Francis Charles Chichester, navigo in solitaria, sperimento voli difficili fidando sulla mia fede e me stesso fino a circumnavigare a vela questo mondo, sfruttando il vento, le mappe e le stelle per completare la mia missione senza cercarne alcun vantaggio.
Ecco, questo è il mio per non dimenticare di quest’anno, perché non solo non ho dimenticato, ma tengo memoria di queste cose da buon osservatore e collezionista di foto.
Un abbraccio, Epruno.