Nel 2021 l’attività economica in Sicilia è tornata a crescere in tutti i principali settori, ma meno intensamente rispetto al resto del Paese. Cresce pure l’occupazione. E’ quanto emerge dal rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia siciliana.
Prima del conflitto in Ucraina, che ha modificato sensibilmente il quadro economico generale, la Sicilia ha sperimentato una fase di forte ripresa congiunturale. Ad incidere sono state le migliori condizioni epidemiologiche e l’allentamento delle misure di restrizione. Secondo le stime basate sull’indicatore trimestrale dell’economia regionale di Bankitalia, dopo la forte contrazione del 2020 (-8%), nel 2021 il prodotto regionale sarebbe aumentato del 5,7 per cento, con una crescita meno intensa rispetto a quella del Paese, che l’Istat stima al 6,6 per cento. Nel complesso la ripresa non avrebbe consentito di recuperare la perdita di attività connessa con la pandemia. Il livello del prodotto stimato per il 2021 risulterebbe infatti di circa tre punti percentuali inferiore rispetto al 2019.
“Il rapporto parla di una ripresa dell’economia siciliana seppure con successivo rallentamento alla fine del 2021 – dice Emanuele Alagna, direttore della sede siciliana della Banca d’Italia -, dovuto ai rincari energetici e delle materie prime e, a febbraio di quest’anno, allo scoppio del conflitto in Ucraina. Questo ha determinato anche un impatto sui consumi e sui redditi delle famiglie, ma anche sul lavoro”.