Edilizia: il 2017 doveva essere l’anno della ripresa. Ma i dati della Cassa edile di Palermo sconfessano le previsioni. Gli operai al lavoro sono scesi a 9.821 unità nel 2017 mentre erano 11.072 nel 2016, con una perdita di 1.251 operai. Le ore di lavoro svolte passano da 8 milioni e 873.652 nel 2016 a 7 milioni 601.927 nel 2017. La massa salari è calata da 118 milioni di euro a 100 milioni di euro nel 2017, con una perdita di 18 milioni di euro.
“Il passaggio tra il 2017 e il 2018 doveva segnare un’inversione di tendenza. Invece i dati confermano che nel settore dell’edilizia continua la crisi e che lo stato di disagio dei nostri lavoratori non accenna a diminuire”, afferma il segretario generale della Fillea Palermo Cgil Francesco Piastra, che ha diffuso i dati nel corso del suo direttivo della Fillea, svolto oggi in via Meli, 5 alla presenza dei delegati di cantieri pubblici e privati come Coime, Tecnis, Cefalù 20, Italcementi, Bolognetta scpa, Cava Buttitta.
Una situazione sconfortante. E già fioccano le iniziative. Il 22 febbraio, alle 16, sotto palazzo delle Aquile si terrà una manifestazione dei disoccupati edili di Fillea, Filca, Feneal, con la presenza degli operai dei cantieri in esaurimento (Sis), che stanno per rimanere senza lavoro. “Dal Comune attendiamo risposte sulle opere del Patto per Palermo che per quelle annunciate nel piano triennale opere pubbliche. Registriamo un andamento lento nelle procedure dei bandi di gara – aggiunge Piastra – Il 22 chiederemo al sindaco e all’assessore alle opere pubbliche Arcuri che si acceleri l’iter delle gare d’appalto. Il Comune aveva annunciato investimenti per 60 milioni di euro. Chiediamo di conoscere a che punto è la fase di progettazione di questi lavori. E a Orlando, confermato sindaco della città metropolitana di Palermo, chiediamo di fare in fretta sulle opere di rifacimento delle strade provinciale, che nei giorni scorsi hanno ricevuto un ulteriore finanziamento di 26 milioni dal governo nazionale”.
Al Comune la Fillea vuole inoltre chiedere che negli appalti pubblici venga chiesto alle imprese il Durc di congruità, la regolarità contributiva che attesti la verifica tra costi della manodopera e contributi versati. E che sia previsto l’inserimento nei capitolati d’appalto della normative sulle clausole sociali per i lavoratori svantaggiati e garanzie occupazionali nei casi di cambio d’appalto
Un altra vertenza calda è quella di Italcementi. Anche nella cementeria di Isola delle Femmine si terrà il 22 febbraio, alle ore 9,30, una manifestazione. L’azienda ha annunciato infatti che se non interverrà lo sblocco del piano delle concessioni della Regione per l’utilizzo della cava di Carini (l’autorizzazione è attesa dal 2016) il 23 marzo sarà chiuso lo stabilimento. “Ancora – aggiunge Piastra – dal nuovo governo della Regione e dagli assessorati competenti non arrivano risposte”.
In fibrillazione ci sono inoltre gli operai del Coime, la squadra edile del Comune di Palermo: anche per loro è in vista una manifestazione unitaria di protesta. “L’amministrazione comunale non ha dato ancora seguito agli accordi presi nel maggio 2017 per adeguare i buoni pasto da 5,29 euro a 7 euro – continua Piastra – E chiediamo all’amministrazione il rispetto delle numerose sentenze con il quale è stato chiesto al Comune di riconoscere ai lavoratori gli adeguamenti salariali previsti dal contratto nazionale a partire dal primo agosto 2015”.
Già 500 lavoratori del Coime su 980 hanno aderito alla messa in mora del Comune. “I lavoratori attendono in media un aumento di 150 euro al mese. La messa in mora si tramuterà in causa, se non arriveranno presto risposte. Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di procedere”.
Al direttivo la Fillea ha illustrato le iniziative e gli incontri in corso a livello nazionale per il rinnovo contrattuale degli edili, scaduto da 18 mesi.