Si avvicina il primo grande banco di prova per i partiti del 2024 e le forze politiche iniziano a discutere internamente dando sfogo a un “totonomi” per le elezioni Europee, tanto eterogeneo quanto incerto. Fratelli d’Italia ha iniziato a studiare le proprie carte in tavola, scoprendo di avere tante, forse troppe alternative rispetto ai posti di cui potrà disporre. Parecchia confusione anche in casa Pd, dove a Elly Schlein giunge l’eco delle voci di Bartolo, Lupo, Crocetta, Cracolici e Orlando.
Proprio l’ex plurisindaco di Palermo in queste settimane ha espresso a più riprese la propria disponibilità per Bruxelles. Bypassando il ponte del Pd, si è direttamente rivolto a Schlein per manifestare le proprie intenzioni. Ha preferito questa via per tentare di aggiudicarsi uno dei sei posti siciliani in ballo nella circoscrizione “Isole” (altri due sono per la Sardegna).
Tuttavia, al momento ancora nessuna risposta è arrivata dai piani alti della sinistra. La volontà partitica è quella di non sbilanciarsi? Oppure questo silenzio è la dimostrazione di un’indifferenza verso Leoluca Orlando? Certo è che l’ex primo cittadino di Palermo non ha risparmiato ultimamente critiche al Pd, definendolo “un malato terminale di correntocrazia” e inasprendo l’affermazione con una previsione apocalittica: “gli do due anni di vita”.
L’assenza di repliche alle bordate di Orlando evidenzia alcuni aspetti. Innanzitutto, il professore potrebbe non avere forti e numerosi appoggi interni al Pd. L’intensità delle relazioni o si è ridotta dopo la cessazione della carica politica nel capoluogo regionale, oppure potrebbe essere meno salda di un tempo, tenuto conto anche dei venti di cambiamento nell’area dem che si stanno sovrapponendo non senza confusione nell’era Schlein.
L’ex sindaco ha storicamente dalla sua parte una forte base elettorale, come dimostrano i suoi (ormai più rari) comizi pubblici che riescono a riempire ancora le sedi in cui si svolgono. Ne è una lampante ed ulteriore evidenza anche l’impresa di riuscire a essere eletto come primo cittadino della quinta città d’Italia per ben cinque mandati. Il primo di questi iniziava nel lontano 1985, dando l’avvio ad un’era dalla durata complessiva di 22 anni.
In quel momento aveva appena 38 anni, mentre oggi, essendo classe 1947, ne ha 76. Un’età certamente non trascurabile per chi aspira a diventare un parlamentare europeo che, salvo imprevisti, dovrebbe concludersi dopo cinque anni, cioè nel 2028. Ma si sa, per chi è sempre stato attivamente impegnato è difficile tirare i remi in barca.
E così, forte anche dell’ampio bagaglio culturale di cui dispone e della buona conoscenza delle istituzioni nazionali e sovranazionali, il professore Orlando chiede a gran voce un’ulteriore possibilità di mettersi in gioco. Se il Pd non gli tenderà la mano, Schlein dovrà stare attenta a non cadere nella trappola di affidarsi a candidati senza un grande bacino di consenso elettorale.