Alla fine il centrosinistra di Messina ha scelto Antonio Saitta per l’investitura della coalizione a candidato sindaco alle Comunali del 10 giugno. Da giorni ormai l’esponente del Pd veniva dato in pole position per la corsa alla nomination, anche perché non a caso aveva incassato il sostegno del neodeputato alla Camera Pietro Navarra.
E proprio Navarra, a quanto pare, ha convinto anche quelle frange del Partito Democratico che avevano ipotizzato altre soluzioni. O perlomeno si sono convinte alcune anime del Pd, perché al contempo sono anche emerse palesi prese di distanze e sono arrivate le dimissioni di Alessandro Russo da vice segretario del partito.
“Rimetto la delega di vice segretario provinciale della Federazione di Messina del PD in maniera irrevocabile. Le ultime vicende politiche riguardanti la città di Messina, purtroppo, mi confermano nella impraticabilità politica del dibattito interno al Partito“.
Poche frasi che rendono l’idea in modo eloquente sul clima politico che ha portato alla scelta di Saitta e sulle successive posizioni di chi non ha fatto mistero di non condividere il percorso intrapreso. Debole era la candidatura alternativa di Francesco Palano Quero, mentre l’alternativa più credibile nel contesto della coalizione veniva ritenuta da più parti quella di Maria Flavia Timbro, esponente di Leu e candidato lo scorso 4 marzo alle Nazionali con un risultato che per Liberi e Uguali è risultato a Messina il secondo complessivamente nei collegi siciliani.
Saitta dovrà scontrarsi tra due mesi con gli altri candidati a sindaco: Renato Accorinti, Dino Bramanti, Cateno De Luca, Gaetano Sciacca, Pippo Trischitta e Santi Daniele Zuccarello. A loro potrebbe aggiungersi in extremis anche Emilia Barrile che si appresta a presentare il suo simbolo e a rendere nota la sua posizione. Proprio a 60 giorni, o poco più, dal voto, il centrosinistra inizia la sua “partita politica” in netto ritardo rispetto a tutti gli altri competitori che hanno già messo in campo le rispettive candidature già da settimane e – in qualche caso – da mesi. Inevitabile chiedersi, come d’altronde già si domandano gli elettori del Pd e dell’intera sinistra messinese, se la candidatura di
Il professore Saitta, stimato professionista che ha dato la sua disponibilità alla candidatura, tenterà di produrre un recupero che avrebbe del “miracoloso” rispetto agli avversari, ma secondo le previsioni degli osservatori rischia assai più concretamente di rappresentare “l’agnello sacrificale” lanciato nell’agone politico di una contesa con poche chance di successo e per salvare il salvabile, al crepuscolo di una strategia dell’attesa che ha portato il Pd a fare la sua scelta travagliata e tardiva in piena “zona Cesarini”. L’obiettivo sarà quello di provare a rendere credibile la speranza di riscatto e rimonta per il ballottaggio, sapendo che davanti c’è un Everest da scalare a mani nude.
Lo scenario è quello di una tornata dove il centrodestra si prepara compatto a mettere in campo un “esercito” di liste a sostegno di Bramanti, ed i Cinque Stelle proveranno a far saltare il banco con una candidatura competitiva come quella dell’ex capo ingegnere capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca.
E se risulta indecifrabile il risultato che potrà ottenere Accorinti, lavora invece già da mesi per ribaltare i pronostici Cateno De Luca, che potrebbe rappresentare la “mina vagante” delle Comunali di Messina. Trischitta, Zuccarello e Barrile conquisteranno ciascuno i loro rispettivi consensi. E alla fine quale risultato potrà ottenere Saitta e il centrosinistra? I sessanta giorni che porteranno al voto rappresenteranno la via a doppio taglio che può segnare o il rilancio della sinistra messinese o il terzo schiaffo (dopo le Regionali e le Nazionali) e la debacle finale della coalizione a trazione renziana.