Le elezioni amministrative del 10 giugno a Messina appaiono sempre più un rebus dove la sola certezza è il boom di liste che si avvia a caratterizzare la contesa. Per il resto, invece, è un susseguirsi di candidature e di pretendenti alla sindacatura che sono pronti a darsi battaglia nei due mesi che mancano al ritorno alle urne.
Già sicura la ricandidatura del sindaco uscente Renato Accorinti, il Movimento Cinque Stelle ha ufficializzato la nomination dell’ex ingegnere capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca. Saranno, inoltre, della competizione il movimento “Missione Messina” che fa capo a Santi Daniele Zuccarello e “Messina Splendida” di Pippo Trischitta, e già da tempo è in campo Cateno De Luca che sta lavorando alla definizione della lista “De Luca Sindaco di Messina”. Il centrodestra si è affidato invece a Dino Bramanti che guiderà la coalizione “Bramanti Sindaco per Messina”.
A questo punto l’ultimo tassello del mosaico che manca ancora è il nome del candidato sindaco del centrosinistra, che si prepara a presentarsi alle urne con un’intesa tra il Pd, Leu e le varie anime della sinistra messinese. Qui la nomination per la sindacatura sembra essere una partita a due Antonio Saitta e Maria Flavia Timbro, con quest’ultima che alla fine, nel duello, potrebbe avere la meglio.
La prospettiva dei sei candidati a sindaco e l’esercito di liste in campo, per forza di cose, renderà praticamente impossibile che uno di loro riesca ad ottenere la maggioranza assoluta al primo turno e si andrà quindi al ballottaggio. La partita politica delle Elezioni 2018 a Messina, quella vera, insomma si giocherà in funzione del ballottaggio del 24 giugno.
Una prospettiva ineludibile, quella del ballottaggio, che potrebbe anche ribaltare gli equilibri del primo turno e che in qualche modo rischia anche di essere potenziale specchio riflesso degli sviluppi della situazione politica romana. Se nel frattempo dovesse avvenire il “miracolo” della nascita di un Governo, le elezioni comunali potrebbero anche riproporre le alleanze romane e il discorso vale soprattutto per gli eventuali incroci istituzionali tra i Cinque Stelle e il centrodestra o il centrosinistra.
Ma occorrerà anche vedere quali saranno i risultati al primo turno dei candidati che correranno fuori dai principali blocchi di partenza, e il discorso vale per Cateno De Luca che si dice convinto di poter ribaltare i pronostici e conquistare Palazzo Zanca. Stesso discorso riguarda Trischitta e ovviamente a maggior ragione quelli che potrà essere il risultato del sindaco uscente, Renato Accorinti.
Cinque anni fa Accorinti ha fatto saltare il banco e ha vinto le Amministrative in barba a qualsiasi previsione, cinque anni dopo la rivoluzione promessa da Accorinti è rimasta incompiuta anche se lui si dichiara certo di poter dire la sua anche in questa tornata, che appare di gran lunga diversa e più difficile rispetto a quella precedente. Probabilmente, prima di tutto e di fare qualsiasi calcolo, bisognerà capire in primis se i messinesi punteranno su un voto politico o su un voto di protesta, un voto ragionato o di pancia. Già questo potrebbe indicare, in un verso o nell’altro, il destino politico e amministrativo di Messina per il prossimo quinquennio.