Rosario Crocetta, ex presidente della Regione, commenta amaramente il tracollo elettorale del Pd, a seguito della disfatta delle recenti elezioni politiche.
Oggi, questo si è tradotto in Parlamento, con l’ “intesa” tra i due leader, Di Maio e Salvini, che ha portato all’elezione del presidente della Camera, il Cinquestelle Roberto Fico, e al Senato la berlusconiana Maria Elisabetta Alberti Casellati.
“Che tristezza vedere il partito democratico completamente assente nella vicenda dell’elezione dei presidenti della camera e del senato – afferma Crocetta – un partito assente, chiuso in se stesso, incapace di dire la propria. Una linea scelta del Nazareno, imposta a deputati e senatori sbigottiti, costretti a marcare l’inutile testimonianza di votare per i propri rappresentanti di partito.
Il partito delle riforme, del dialogo istituzionale, anche nei tempi più difficili della storia repubblicana – continua – si trasforma in una setta che deve rappresentare gli umori rancorosi del capo sconfitto, alla ricerca di una ricollocazione: “abbiamo perso, siamo all’opposizione”. Solo che l’opposizione non si fa alle Istituzioni, ma ai governi – se ce ne sarà uno! Una brutta pagina, il Pd non poteva stare a guardare, quasi rivendicando illibatezza, dalla vicenda delle nomine delle figure di garanzie delle camere.
Emergono le figure di dirigenti senza bussola democratica e senza storia, convinti che la politica del “tanto peggio, tanto meglio” porterà loro consensi. Ed io penso all’esempio invece dell’ex Pci, che stava sempre all’opposizione, ma discuteva con tutti sulle regole e sul funzionamento delle istituzioni. Si potrebbe dire: nostalgia della prima Repubblica. Nessuna nostalgia di quella fase storica – conclude Crocetta – se non una, quella che una volta eravamo rappresentati dai Berlinguer e Moro, adesso dal nulla, aspettando un Godot, che non arriva”.