Nello Dipasquale, deputato del Pd all’Ars, aveva già proposto delle risoluzioni al tema crack con una mozione parlamentare. Negli ultimi anni, tra gli adolescenti ha preso piede una sostanza stupefacente assai pericolosa, conosciuto anche come la cocaina low cost. Esso è un derivato della cocaina, che si assume attraverso l’inalazione del fumo che emanano i cristalli surriscaldati in apposite pipe.
Questo stupefacente è altamente pericoloso, ha la proprietà di indurre un’elevata dipendenza, una assuefazione psico-fisica e comportamenti violenti, portando, nei casi più gravi, all’alienazione sociale, a forme di psicosi e a un down particolarmente forte che presenta stati di apatia, depressione e paranoia. Inoltre, questa sostanza in molti casi può provocare ictus e infarti. Il basso costo di mercato del crack (dai 5 ai 15 euro per una dose) permette ai giovanissimi di accedervi facilmente e per questo motivo si sta diffondendo a macchia d’olio l’uso e l’abuso in questa fascia d’età, provocando, in qualche caso, perfino la morte.
I dati più recenti stanno preoccupando gli esperti e gli “addetti ai lavori” di Ser.T (Servizi per le Tossicodipendenze) e Ser.D (Servizi per le Dipendenze patologiche), dal momento che è aumentato in modo molto significativo il numero dei giovani pazienti delle strutture per il recupero della tossicodipendenza con dipendenza.
Nei dati ufficiali del Viminale il crack sembra quasi non esistere, semplicemente perché nei sequestri esso non risulta in quanto classificato come cocaina, e ciò implica una forte sottovalutazione della misura del fenomeno. Nelle segnalazioni dei consumatori fatte dalle prefetture, infatti, il crack rientra nelle macrocategorie “oppiacei”, quindi non si trova il dettaglio di assuntori di crack, ma solo il totale degli assuntori di cocaina.
“E’ fondamentale avviare, con gli estremi di urgenza, in raccordo con i Comuni e le Asp, una capillare informazione sugli effetti devastanti e, spesso, irreversibili, sia a livello fisico che cerebrale, provocati dalla assunzione di questa “nuova” droga, presso le scuole secondarie di primo e secondo grado, i centri di aggregazione giovanile, le parrocchie e gli oratori“.