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Le voci dei territori

Emergenza siccità: Enna, Caltanissetta ed Agrigento sono a secco. Protestano i comitati civici a Palermo CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 6 Novembre 2024

L’entroterra siciliano ha sete d’acqua. Da mesi ormai va avanti un piano di razionamento che costringe i cittadini dell’Ennese, del Nisseno e dell’Agrigento ad importanti sacrifici imposti dai piani di razionamento. Gli invasi, nonostante le prime piogge autunnali, sono rimasti a secco. Lo dimostra il caso del lago Ancipa, principale fonte d’approviggionamento dei territori di Enna e di Caltanissetta. L’invaso è allo stremo e non riesce a soddisfare le richieste dei territori di riferimento. Non va di certo meglio nell’Agrigentino, dove l’acqua arriva praticamente a rate sempre più distanziate nel tempo. Fatto per il quale alcuni comitati civici si sono radunati questa mattina a Palermo per protestare sotto la presidenza della Regione Siciliana.

Delegazione ricevuta a Palazzo d’Orleans

Una delegazione di manigestanti è stata ricevuta negli uffici di Palazzo d’Orleans. A rappresentare il Governo Regionale c’erano l’assessore regionale all’Acqua Roberto Di Mauro, il capo dipartimento della Protezione Civile Salvo Cocina e il Capo di Gabinetto della presidenza della Regione Salvatore Sammartano. “Come Governo Regionale – ha affermato Roberto Di Mauro – stiamo facendo tutto il possibile per adempiere ai nostri compiti. Tuttavia, è importante ricordare che i sindaci, che fanno parte delle Ati, devono impegnarsi in prima persona. Ognuno deve fare la propria parte. Come Regione, oltre a mettere a disposizione i fondi, abbiamo il dovere di vigilare sulle Assemblee territoriali idriche e di lavorare affinché le tariffe rimangano il più basse possibile, ma è da chi governa i territori che ci aspettiamo un impegno maggiore”.

Le voci dei manifestanti

A preoccupare i cittadini dell’entroterra siciliano è soprattutto la situazione del lago Ancipa, ormai rimasto a secco a causa della carenza di piogge. “Gira voce che dal 15 novembre che l’Ancipa per noi chiude, lasciandoci in pratica a corto d’acqua – sottolinea Maria Carmela Pardi del comitato dell’Acqua di Caltanissetta -. Dove sono i silos per Caltanissetta? Come arriverà l’acqua? E soprattutto, come dovremmo rifornirci noi cittadini? Ci dicono che ci serviranno i bidoni e andarla a prendere. E chi ha un handicap, come porta i bidoni i casa?“.

Preoccupazioni condivise anche dal fronte Ennese. “La situazione è drammatica da un pezzo – sottolinea Graziella Liquefatto del comitato dell’Acqua di Enna -. Adesso che sappiamo che l’Ancipa chiuderà sarà peggio. Vorremmo chiedere alla Regione come siamo arrivati a questo e cosa hanno intenzione di fare? Da tempo si sentono solo promesse, ma non hanno fatto nulla“. Dal tavolo tecnico tenuto a Palazzo d’Orleans filtra che i pozzi privati reperiti sul territorio dovrebbero riuscire a controbilanciare le richieste delle forniture idriche.

La Regione pensa a tre dissalatori mobili

Discorso diverso per le province di Trapani ed Agrigento, di cui alcuni territori sono sottoposti a regime di razionamento idrico. “L’acqua la desideriamo – sottolinea Emanuela Fragapane del comitato dell’Acqua di Agrigento -. Arriva una volta a settimana. In estate è mancata in certe zone addirittura per 21 giorni. In alcune zone manca, in altre arriva solo due volte a settimana. E quando la distribuiscono non è nemmeno detto che arriva alle abitazioni, visto le perdenze a cui è soggetta la rete idrica“. Su questo fronte, dal tavolo arriva l’idea di ricorrere a tre dissalatori mobili da impiegare su Porto Empedocle, Trapani e Gela. Operazione che la Regione si pone di completare entro giugno.

L’assessore Di Mauro ha poi illustrato il programma di interventi già avviato dalla Regione. Tra questi, la perforazione di nuovi pozzi, l’acquisto di autobotti e vari interventi sulle reti idriche. Sono stati inoltre previsti ulteriori 14,2 milioni nelle variazioni di bilancio per le nuove condotte idriche nelle province di Agrigento e Caltanissetta, altri fondi sono in arrivo con la legge di stabilità, mentre è già stata fatta richiesta al governo nazionale di ulteriori 66 milioni per finanziare nuovi progetti, di cui venti dovrebbero arrivare a breve.

Toppe per coprire i buchi. Solo la pioggia infatti può risolvere il problema alla radice. Ciò almeno fino al prossimo periodo estivo. Momento nel quale la rete idrica siciliana dovrà fare necessariamente passi in avanti.

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