Ci son voluti quattro anni e tre gradi di giudizio, ma la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea mette un punto definitivo nel procedimento di Liberty Lines contro il Ministero delle Infrastrutture ed i Trasporti ed Rfi. Anzi, i magistrati evidenziano come nel 2018, sia stato costituito nei fatti un monopolio da parte di Rfi nel trasporto marittimo veloce dei passeggeri nello Stretto di Messina affidando il servizio senza gara ad una società controllata.
“L’assimilazione di trasporto marittimo – si legge nella sentenza- a servizi di trasporto ferroviario è vietata quando ha l’effetto di sottrarre il servizio interessato alla normativa in materia di appalti pubblici”.
Ad essere bacchettato è il Ministero dei Trasporti che nel 2018 tolse il servizio di collegamento veloce Messina-Reggio Calabria fin lì in appalto dal 2015 alla Liberty Lines per affidarlo senza gara alla Bluferries società appositamente costituita da Rfi.
Nel frattempo però son trascorsi quattro anni.
Oggi il servizio è ancora in regime di proroga alla Blu Jet (ex Bluferries), il bando del Ministero dei Trasporti è andato deserto, e a conti fatti l’unica ad essere danneggiata è la Liberty Lines che nell’immediatezza si rivolse al Tar del Lazio. I giudici europei il 13 ottobre hanno dato ragione alla società ma i danni restano.
“La sentenza nasce da problematiche del 2018, quando invece di una proroga ci venne tolto il servizio dall’oggi al domani e per di più nell’affidamento diretto alla Bluferries non venne applicata la clausola sociale che invece è la regola nei cambi d’appalto- spiega Gennaro Cotella, amministratore delegato Liberty Lines- Siamo un’azienda siciliana, per noi tutelare quei 72-75 lavoratori è stata una priorità. Non c’è stato alcun licenziamento. Resta però il grave danno che abbiamo subito”.
Cotella ribadisce che la sentenza riguarda un preciso momento storico, pertanto adesso, l’eventuale ristoro è materia dei legali che seguiranno con attenzione la procedura. Ma l’azienda guarda avanti, non indietro.
“E’ chiaro che la sentenza ci fa piacere- prosegue- ma resta l’amarezza per un provvedimento arrivato al terzo grado di giudizio e dopo 4 anni. Noi siamo stati danneggiati: ci è stato tolto un contratto e non si è data garanzia occupazionale ai lavoratori che abbiamo comunque deciso di tutelare noi”.
Lo scenario attuale è mutato rispetto al 2018. Il Ministero dei Trasporti ha bandito due gare per il collegamento veloce tra Messina e Reggio Calabria, prevedendo anche il potenziamento di un servizio che nel frattempo è ridotto all’essenziale (con disagi per chi vuol muoversi tra le due sponde).
La seconda gara è andata deserta, nessun operatore si è presentato e il Ministero ha rinnovato la proroga alla Blu Jet in attesa delle prossime decisioni.
Liberty Lines, così per tutti i bandi, prima di decidere se partecipare o meno, valuta l’opportunità economica ed alla gara del Mit non ha presentato offerta.
“Samo interessati a crescere ed a far crescere il territorio, valutiamo sempre se ci sono condizioni sostenibili o meno, se ci sono state interlocuzioni con gli operatori del settore o meno- continua l’amministratore delegato- Siamo felici se nella nostra terra possiamo contribuire al miglioramento dei servizi. Abbiamo più di 600 dipendenti ed un notevole indotto. Pertanto siamo sempre pronti a impegnarci anche in linee complesse come quella nello Stretto di Messina. Ma prima di partecipare ad una gara valutiamo in termini di prospettiva sia per l’impresa che per il territorio”.
Se il Ministero dei Trasporti procederà con una nuova gara, anche avviando prima, come finora invece non accaduto, un’interlocuzione con gli operatori che da decenni investono e lavorano in questo settore, la Liberty Lines sarà pronta a valutare l’eventuale partecipazione, portando un bagaglio di esperienza ed efficienza. Proprio per questo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea deve essere contestualizzata nel passato e come un altro capitolo, ormai chiuso se non per la parte residuale che spetterà ai legali affrontare.
“Oggi quattro anni rappresentano un’enormità. Né potevamo congelare le navi veloci, i lavoratori in attesa della sentenza del Tar- conclude Cotella– Questa è ormai una vicenda chiusa anche se afferma un principio importante che a suo tempo fu da tutti sottovalutato. Ma guardiamo avanti. Sono ottimista perché gli equilibri vanno trovati. Il mercato c’è, la domanda anche e con un pizzico di orgoglio dico che pensiamo di fare bene il nostro lavoro, di dare un servizio efficiente, di qualità, diamo occupazione e contribuiamo alla crescita del territorio”.