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Verso le elezioni

Europee 2024: indiscrezioni, totonomi, poche certezze (tranne Cateno in ogni dove)

venerdì 1 Settembre 2023

L’unica certezza al momento, oltre alla data delle elezioni Europee (giugno 2024) è lui: Cateno il candidato per eccellenza, quello che, ovunque c’è aria di votazione, va in sollucchero e si fionda come l’ape sui fiori. Così mentre De Luca usa la candidatura alle suppletive di ottobre nel collegio di Monza per il seggio che fu di Berlusconi come maxi-spot nazionale (QUI), litiga con Calenda e Renzi e macina km dalla Puglia alla Brianza per unire piccoli partiti e movimenti civici, le altre formazioni non hanno neanche iniziato i “preliminari”. Il sindaco di Taormina conta sul fatto che gli avversari lo sottovalutano ma stavolta, con la sua presenza in ogni dove, potrebbe scattare il tutti contro Cateno.

Le prime indiscrezioni si avranno in autunno ma diamo un’occhiata a quel che si sta muovendo nei vari schieramenti. Iniziamo con il centrodestra.

LE AMBIZIONI FDI

Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni premier, punta forte sulle Europee, ricordando i precedenti con il 40% di Renzi nel 2014 da presidente del Consiglio e il 37% di Salvini nel 2019 da vice premier (la Lega doppiò il M5S alleato di governo con Conte presidente che si fermò al 17%). Insomma, le ambizioni dei meloniani ci sono e sono alte anche nell’isola. Sarà Giorgia Meloni la capolista. Gli uscenti sono due: Raffaele Stancanelli (ma non sembra esserci una sua ricandidatura) e Giuseppe Milazzo che nel 2019, da fedelissimo di Miccichè venne eletto in Forza Italia grazie anche al tandem con l’allora assessora al comune di Messina Dafne Musolino e al Patto della Madonnina (QUI) siglato tra Miccichè e De Luca (a farne le spese fu Saverio Romano che con 73 mila voti restò fuori). Nel giugno 2021 Milazzo ha lasciato gli azzurri ed oggi è in Fratelli d’Italia e correrà per Bruxelles. Il partito punta a prendere due seggi e i rumors danno in corsa l’ex assessore regionale Ruggero Razza. La quota rosa sarà con molte probabilità la senatrice Ella Bucalo (poco probabile l’assessore regionale Elvira Amata) perché in caso di elezione, farebbe scattare un effetto a cascata, liberando lo scranno al Senato per Francesco Scarpinato (in lista alle Politiche dopo di lei) che a sua volta lascerebbe il ruolo di assessore regionale. Una lista forte quindi per portare risultati e anche dare segnali agli alleati.

FI E I MESSAGGI A TAJANI

E di segnali ne vuol mandare, soprattutto alla Forza Italia post Berlusconi il presidente della Regione Renato Schifani che nei giorni scorsi ha riunito i suoi. Il messaggio ai naviganti (anzi al navigante) è diretto al neo segretario nazionale Antonio Tajani che a giugno ha liquidato frettolosamente le giuste dichiarazioni di Schifani in merito ad “uno strabismo da correggere in Forza Italia, con una classe dirigente del Nord con i voti che vengono dal Sud” Tajani rispose: “Non amo le correnti, per ora va bene così” (QUI)Ma alle Europee i voti della Sicilia peseranno uno per uno e Schifani è già pronto con la bilancia. La strada maestra, come spiega il deputato regionale Gaspare Vitrano è l’apertura ai moderati centro: “Sono state avviate interlocuzioni importanti con la Dc di Cuffaro, gli autonomisti di Lombardo, i moderati di Lupi. Vogliamo essere un partito aperto all’area moderata”. Lo stesso Gianfranco Miccichè nei giorni scorsi ha sotterrato l’ascia di guerra con Schifani ipotizzando un grande centro.

Così Schifani, che nei mesi scorsi veniva dato per corteggiato dagli alleati (QUI), adesso sta preparando una risposta a livello nazionale (e guarda alla guida del partito).

SPAZIO IN FI

L’ uscente di Forza Italia è Caterina Chinnici (eletta nel 2019 con il Pd per la seconda volta) ma è escluso che ci sia una sua ricandidatura. Del resto non sembrano esserci rapporti tra gli azzurri siciliani e l’eurodeputata passata a Forza Italia pochi mesi dopo la sua candidatura alla presidenza della Regione con il Pd. L’altro eurodeputato uscente è Milazzo che però, come detto, è in FdI dal 2021.

C’è quindi molto spazio per le candidature. Le settimane d’autunno porteranno le prime indiscrezioni, anche perché a metà settembre c’è il congresso dei cuffariani. Proprio la Dc di Cuffaro ha un’eurodeputata uscente, Francesca Donato (nel 2019 eletta con la Lega), mentre a questo punto non è da escludersi anche la candidatura di Saverio Romano (o l’indicazione di un nome a lui vicino) nel frattempo tornato alla Camera con Noi con l’Italia (i moderati di Lupo). Tra le indiscrezioni c’è anche l’ex parlamentare Daniela Cardinale. E’ chiaro quindi che Schifani punterà ad una lista corazzata per rispedire un messaggio a Tajani nel giugno 2024. Il tempo c’è.

QUI LEGA

In casa Lega Salvini schiererà i pezzi da 90 (anche perché impegnato nella prova di forza con Meloni), chiederà quindi presenze in prima linea che scenderanno in campo insieme all’uscente Annalisa Tardino ( attuale coordinatrice regionale). Non esclusi quindi nomi forti come l’assessore  regionale Mimmo Turano, poi candidato indicato dal vice presidente della Regione Luca Sammartino (che deve fronteggiare le truppe FdI a Catania) e anche a Messina sarà scelto un big (o Nino Germanà o Pippo Laccoto).

CASA PD

A sinistra il Pd nel 2019 ha eletto Pietro Bartolo e Caterina Chinnici. Bartolo è ricandidato e si dovrà bilanciare la perdita di Chinnici. Il nome che comincia a farsi strada è quello di Giuseppe Lupo (ex segretario regionale nonché ex deputato regionale e nazionale) e in questo caso sarebbe una sorta di nemesi per Chinnici dopo quanto accaduto alle Regionali quando Lupo restò fuori dalla lista per l’Ars  per via delle regole imposte dalla candidata.

M5S: USCENTI E NON RICANDIDATI

Quanto al M5S gli eurodeputati uscenti sono due: Dino Giarrusso e Ignazio Corrao. Giarrusso dopo aver sbattuto la porta ai pentastellati e aver siglato un’alleanza con Cateno De Luca alle regionali/politiche di settembre 2022  (QUI) durato lo spazio di un mattino e finito con ricorsi in Tribunale (QUI), nel gennaio 2023 ha annunciato l’adesione al Pd finita anche questa per via delle polemiche. Ignazio Corrao è al secondo mandato. Ne consegue che le candidature pentastellate seguiranno le regole fin qui adottate (“parlamentarie” e stop dopo il doppio mandato). Prestissimo quindi per parlare di nomi e indiscrezioni.

Stesso discorso per Italia Viva di Renzi e di Azione di Calenda. Il primo proiettato nel progetto del Centro e il secondo alle prese con un matrimonio politico che ha portato più liti che altro.

COLLEGIO SICILIA-SARDEGNA

Ricordiamo che il collegio per le Europee è Sicilia-Sardegna (ma c’è una proposta di legge per dividerlo in due) e che, dopo la Brexit scatterà la redistribuzione dei seggi lasciati liberi e l’Italia salirà da 73 a 76 eurodeputati (i 3 in più andranno al nord-est, centro e sud quindi non a Sicilia Sardegna).

CAMERA DI COMPENSAZIONE

In tutto questo c’è il tema delle elezioni per le ex Province e Città Metropolitane, argomento caro al governatore Schifani e che, se il percorso tracciato tra Ars e Parlamento (dove c’è da abrogare la Delrio per evitare pastrocchi), potrebbero essere nella primavera del 2024, consentendo di sistemare caselle, risolvere mal di pancia, dirimere questioni più locali e dare spinta alla campagna elettorale di giugno.

Anche questo argomento però non appassiona Cateno De Luca che ha già deciso chi candidare per la Città Metropolitana di Messina, il delfino Danilo Lo Giudice. Indipendentemente dalla data delle provinciali (dal 2024 fino al 2050) Cateno non solo ha già deciso ma nella sua campagna 3×2 fa il frontman per Lo Giudice (QUI) terrorizzando a suon di dirette facebook chi si mette nel suo (di Lo Giudice) cammino.

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