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I settori chiave

Europee, quel filo stretto tra la Sicilia e l’Unione che segnerà il futuro dell’Isola

giovedì 16 Maggio 2024

A poche settimane alle elezioni europee che si svolgeranno l’8 e il 9 giugno, i cittadini siciliani si trovano di fronte a un momento cruciale per valutare il ruolo dell’Unione Europea nella loro quotidianità. Le politiche europee, infatti, hanno un impatto significativo sulla vita dei siciliani, influenzando settori chiave come agricoltura, pesca, turismo e sviluppo economico.

Le politiche agricole europee e le sfide per l’agricoltura siciliana

In particolare, l’agricoltura rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia siciliana, e le politiche agricole europee hanno da sempre un impatto diretto sul settore agricolo dell’isola. I regimi di aiuti e le normative sulla qualità alimentare influenzano la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura siciliana, determinando anche il destino di prodotti tipici e di qualità riconosciuta a livello europeo. Ci siamo lasciati da poco alle spalle infatti la protesta dei trattori (LEGGI QUI) che ha coinvolto anche gli agricoltori siciliani che lamentavano prezzi troppo bassi, costi in aumento dei prodotti agricoli e un’elevata complessità della normativa europea, la Pac (Politica agricola comune), fin troppo castrante per i bisogni degli agricoltori stessi. Tra farina di insetti e carne sintetica, tanti gli obiettivi nel mirino di una protesta non del tutto cessata. L’avanzata del disegno di legge Lollobrigida ad esempio, finalizzato a vietare la produzione e la vendita di carne coltivata in laboratorio (CLICCA QUI), è stata bloccata dalla Commissione europea. La norma, promossa dal ministro dell’Agricoltura, è stata frenata da Bruxelles, in quanto ritenuta non idonea per l’approvazione secondo le leggi europee.

Il confronto-scontro sulla pesca

Anche il settore ittico (CLICCA QUI) è strettamente legato alle politiche europee, soprattutto per quanto riguarda le quote di pesca, le misure di conservazione e la tutela delle risorse marine. Le decisioni prese a livello europeo hanno un impatto diretto sulle attività dei pescatori siciliani e sulla gestione sostenibile delle risorse ittiche nel Mediterraneo. Non a caso lo scorso maggio le Organizzazioni nazionali della pesca italiana (Alleanza Cooperative Italiane Pesca, Federpesca, Coldiretti Impresa Pesca, Unci Agroalimentare) hanno risposto all’appello dell’Alleanza Europea della pesca di fondo per dare vita a una larga protesta contro le politiche europee che, a detta delle associazioni, starebbero mettendo a rischio il futuro del settore. “La Commissione europea con il suo piano di azione e la sua proposta di proibire la pesca di fondo nel 30% dei nostri mari arriva come un altro chiodo nella bara”. Queste le parole degli organizzatori dello sciopero del maggio scorso dopo le restrizioni sulla pesca a strascico, destinata a scomparire entro il 2030.

Turismo e normative europee

lidi Il turismo, poi, rappresenta un altro importante motore dell’economia siciliana, e le politiche europee possono influenzare la promozione turistica, la tutela dei siti culturali e naturali, nonché la mobilità e la sicurezza dei viaggiatori nell’area europea. Il fenomeno dell’overtourism (CLICCA QUI) è già stato affrontato in un precedente articolo, evidenziando la necessità di una gestione oculata del flusso turistico per preservare il patrimonio dell’isola. Recentemente, il tema delle concessioni balneari (CLICCA QUI) è tornato all’attenzione con la sentenza del Consiglio di Stato, che ha confermato la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge al 31 dicembre 2023. Questo ha sollevato interrogativi sul futuro delle spiagge siciliane e sull’attuazione delle normative europee in materia di concessioni balneari. Il report “Spiagge 2023″ di Legambiente ha evidenziato le sfide legate all’erosione costiera, al consumo di suolo e al numero crescente di concessioni balneari, mettendo in luce la necessità di azioni concrete per preservare il patrimonio naturale dell’isola impugnando il decreto regionale, sostenendo che la proroga delle concessioni balneari sia illegittima e violi le normative europee. Un “casus belli” che con tutta probabilità influenzerà le politiche di questa estate

I fondi europei da non perdere

Impossibile poi non spendere qualche parola sul tema dei fondi europei, una realtà complessa e spesso fin troppo opaca. Nonostante i fondi disponibili per la Sicilia siano consistenti, con una dotazione finanziaria complessiva di 14,8 miliardi nel settennio 2014-2020, l’utilizzo di tali risorse è stato spesso inefficiente e poco trasparente. Analizzando i dati di Cgia Mestre, emerge che la Sicilia ha reso conto solo parzialmente dei fondi ricevuti: su un totale di 6,5 miliardi di spesa rendicontata, sono ancora numerosi i finanziamenti non utilizzati o spesi in maniera non ottimale. Questo evidenzia la necessità di una maggiore trasparenza e governance nell’utilizzo dei fondi europei, al fine di massimizzarne l’impatto sullo sviluppo regionale.

Il futuro della Sicilia

È ormai chiaro come le politiche europee continuino a plasmare il futuro della Sicilia in molti settori cruciali: La partecipazione attiva alle elezioni europee è fondamentale per influenzare le decisioni che avranno un impatto diretto sulla vita degli abitanti dell’isola, ormai legati quasi indissolubilmente a filo stretto da intrecci economici e politici con l’Unione. L’astensionismo degli ultimi anni (CLICCA QUI) preoccupa, e dovrebbe far riflettere sulle conseguenze di una mancata partecipazione al processo decisionale che determinerà il destino della Sicilia nel contesto europeo.

 

 

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