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Il danno e la beffa

Ex casa del re dei videopoker a Taormina: nessuno la vuole e il Comune paga

mercoledì 29 Novembre 2023

Nessuna la vuole in affitto e nel frattempo il Comune di Taormina continua a farsi carico di pagare le spese, con la prospettiva sempre più concreta di vederla restare ancora a lungo tra i beni infruttuosi di proprietà della casa municipale. E’ l’ex casa dei re dei videopoker, confiscata dallo Stato e poi trasferita al patrimonio del Comune di Taormina nel 2016 dall’Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) e che 8 anni dopo è ancora in un limbo.

Questo immobile del valore di 140 mila euro si trova nella zona litoranea della città e apparteneva a suo tempo a Gioacchino Campolo, imprenditore calabrese considerato in rapporti organici con la ‘Ndrangheta, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver imposto a vari esercizi commerciali, con il sostegno dei clan, la proprie macchinette, ed al quale lo Stato ha portato via beni per 330 milioni.

L’auspicio di “valorizzare” il bene al momento stride con la realtà che racconta l’impossibilità di locarlo perché sono puntualmente andate deserte tutte le procedure indette (nel 2017, nel 2018 e nel 2020) dal Comune e da quel momento è sceso il sipario sull’ex casa del re dei videpoker, come se l’ente avesse realizzato che difficilmente si potrà trovare una soluzione. Un nuovo tentativo potrebbe essere imbastito da qui alla prossima estate dalla nuova Amministrazione ma al momento non arrivano segnali concreti che portano in questa direzione e spunta persino l’ipotesi che un futuro utilizzo possa limitarsi a deposito.

Questo immobile non soltanto non viene locato ma, intanto, comporta delle spese obbligatorie di cui Palazzo dei Giurati deve farsi carico e l’amministratore del condominio nel quale si trova questa casa – “Villa Elisa” – ha richiesto il 13 giugno e poi il 6 luglio scorso il pagamento degli oneri condominiali saldo consuntivo 2021, gennaio-giugno 2022, luglio-dicembre 2022 e luglio-dicembre 2023. Con apposita determina adesso il Comune di Taormina sta procedendo a dare riscontro a quelle due note e ai pagamenti, con l’impegno e la liquidazione della somma di circa mille e 116 euro. Non si tratta (per fortuna dell’ente) di una cifra significativa ma il tempo passa, il bene si va deteriorando e si riducono le possibilità di rifunzionalizzarlo e quindi di suscitare interesse per una soluzione risolutiva.

Al momento neanche il prezzo che si è sempre più ridotto, sino alla simbolica cifra di 250 euro mensili di canone per un “uso a civile abitazione è bastato ad invogliare qualcuno a proporre un’offerta, tenendo comunque conto che il Comune ha l’obbligo di “reimpiego dei relativi proventi per finalità sociali”. Una situazione paradossale e nella quale non è difficile immaginare che lo scarso “appeal” di questa residenza sia anche da ricollegare alla storia passata, piuttosto ingombrante, che in tal senso ha “ereditato” il Comune di Taormina.

La sfida che dovrà affrontare, su questo e altri fronti, il Comune nel nuovo anno ormai alle porte sarà quella di rivitalizzare un patrimonio ridotto, da 30 anni a questa parte, in una condizione disastrosa. Le stime ufficiali dicono che i beni del Comune valgono 289 milioni di euro ma è un patrimonio dentro il quale ci sono storie di edifici in abbandono da parecchio tempi, altre strutture che potrebbero essere date in affitto ma restano chiuse e nel complesso il tempo e l’incuria diventano poi un nemico sempre più difficile da combattere a fronte dei pochi margini di azione che può avere per sistemare i suoi beni un ente che tre anni fa ha dichiarato il dissesto finanziario e rimarrà soggetto ai relativi vincoli di risanamento almeno per il 2024. “Bisogna attuare un’azione che porti all’utilizzo massimo e ad uno sfruttamento corretto e produttivo di tutti i beni, di quella che è una miniera. Questo lo si potrà fare quando il dissesto si chiuderà”, ha evidenziato il sindaco Cateno De Luca. La manovra “Salva Taormina” ha prospettato la nascita di una società di gestione del patrimonio comunale, che però sembra destinata a poter diventare realtà eventualmente non prima del 2025.

 

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