Ieri a Capaci si è tenuta un’iniziativa voluta da Addiopizzo e dalla Parrocchia S. Erasmo Vescovo e Martire di Capaci, con la collaborazione di Addiopizzo Travel e dell’Istituto Comprensivo Biagio Siciliano, inserita nell’ambito della tra giorni della dodicesima edizione della Festa Addiopizzo come omaggio alle vittime della strage del 23 maggio 1992: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.
In serata si è tenuto un incontro-dibattito con diversi ospiti che hanno permesso di fare un bilancio dei trascorsi venticinque anni, evidenziando successi e fallimenti nella lotta alla mafia. Nell’incontro moderato da Dario Riccobono, di Addiopizzo Travel, protagonisti sono stati, oltre ai già citati Lirio Abbate e Pif, Gregorio Porcaro, coordinatore regionale di Libera, Daniele Marannano, uno dei fondatori di Addiopizzo, e Alfredo Morvillo, Procuratore di Trapani.
“L’aspirante sindaco Ferrandelli – ha detto Pf durante l’incontro a Capaci – dopo aver dietro lo stratega condannato per favoreggiamento, ha rilanciato con un assessore che alla prima dichiarazione ha detto ‘sono massone’. Manca un tombarolo, peccato che Pacciani è morto, altrimenti lo avremmo fatto assessore alla Famiglia. Da Roma appena ho letto queste notizie ho pensato che fosse uno scherzo“. Dichiarazioni, quelle di Pif che – c’è da scommettere – desteranno non poche polemiche, anche perchè il regista palemitao è andato giù duro: “Un aspirante sindaco che ha Totò Cuffaro come stratega e un assessore massone… o votate lui o piangete il 23 maggio – ha aggiunto, (come riportato dall’edizione palermitana di Repubblica) – La risposta dell’aspirante sindaco è che lui risponde solo ai suoi elettori. ‘Sti ca… Uno come Totò Cuffaro per un politico che si candida dovrebbe essere l’Anticristo, in qualunque parte del mondo civile uno che aspira a governare non dovrebbe avere niente a che fare con Cuffaro. Questo qui non succede“.
Nel pomeriggio di ieri, dal luogo della strage un lungo corteo è partito in direzione della collina di Capaci, casina NO MAFIA, per via della scritta che campeggia sulla sua parete e che, per l’occasione, è stata ridipinta. “Un tempo luogo di morte, oggi, per iniziativa di tanti, quel luogo è divenuto simbolo di resistenza antimafia, cartolina di una Sicilia che resiste”, afferma Dario Riccobono, di Addiopizzo.
Ogni lettera della scritta NO MAFIA ha rappresentato un significato. E per ciascuno significato è stata invitata una figura scelta per quella categoria, rappresentante dell’intera comunità. La N di NO MAFIA è stata ridipinta da Brizio Montinaro, fratello del caposcorta Antonio, e da Laura Nocilla, presidente di Addiopizzo. La O di occupazione dalle ragazze di Cotti in fragranza, l’impresa sociale – laboratorio di prodotti da forno all’interno del carcere Malaspina. La M di Migrazioni da Don Pierluigi Di Piazza, del Centro Balducci di Zugliano (UD), modello di accoglienza di migranti. La A di Ambiente dai ragazzi del Parco Uditore. La F di Formazione dall’istituto comprensivo Amari-Roncalli-Ferrara di piazza Magione, per il lavoro fatto con il quartiere assieme ad Addiopizzo. La I di Informazione da Lirio Abbate, giornalista de L’Espresso che ha svelato Mafia Capitale. Infine la A di Arte da Pif, regista e attore.