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Falsa partenza all’Ars. Si lavora sulla Finanziaria che non c’è più…

martedì 10 Gennaio 2017

Alle spalle botti e panettone, all’Ars si ricomincia. Nuovo anno, vecchie abitudini. Il passo è lento. Il clima freddo, scaldato solo dai condizionatori a palla. Nel sacco del Parlamento non c’è molta roba, anche perché si riprende in piena sessione di bilancio. Dunque, non si possono esaminare disegni di legge di spesa. A Sala d’Ercole ci può essere spazio solo per i ddl incardinati prima delle festività a meno che non si apra qualche finestra: gli Urega per gli appalti – manca il voto finale – e il codice etico che era stato rinviato ‘informalmente’ alle commissioni unificate Antimafia e Affari istituzionali. I capigruppo, riuniti da Giovanni Ardizzone, hanno dato l’ok per i due testi. E nulla più.

Qualcuno mugugna, come Nino D’Asero, capogruppo del Ncd. “I ddl non mancano, possiamo pure aprire una finestra legislativa: non possiamo mica rimanere intrappolati nella lunga campagna elettorale per fare il gioco dei 5stelle…”. Ci si muove a tentoni nel Palazzo. Altrimenti non si capirebbe la decisione presa dai capigruppo di avviare l’iter per la manovra. L’input alle commissioni parlamentari è di esaminare bilancio e finanziaria  entro il 24 gennaio. Un dettaglio: la finanziaria disponibile all’Ars è quella light, il documento di pochi articoli trasmesso da Crocetta a dicembre inoltrato, fuori tempo massimo, soppiantato dall’esercizio provvisorio approvato dall’aula, in scadenza a fine febbraio. Ma siccome bisogna pur lavorare si ricomincia da quel testo. Pur sapendo che si tratta di un testo che in realtà non c’è. Perché sarà completamente stravolto dal governo: basti pensare che la versione light contiene la proroga dei precari, norma che fu estrapolata e inserita in un ddl ad hoc varato dall’Ars assieme al provvisorio. Insomma, la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Tanto valeva aspettare l’emendamento del governo di riscrittura della finanziaria, perché di questo si tratterà. Probabilmente arriverà, ma con calma.

Intanto le commissioni saranno impantanate nel testo che non c’è da qui a fine mese. E l’aula- Urega e codice antimafia a parte e non è detto che siano approvate – rimarrà con le mani in mano fino a metà febbraio. Un mese di “ferie”, fino al 19 febbraio quando la manovra, in base alla road map della capigruppo, dovrebbe arrivare in aula. Dovrebbe, però. Perché nel Palazzo dei rumors qualcuno bisbiglia: probabile che l’esercizio provvisorio sia prorogato di altri due mesi. Motivo? Non permettere a Crocetta e al suo governo farsi la campagna elettorale per le amministrative con i soldi della manovra finanziaria.

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