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Come richiamo dalla terraferma i suoni e i ritmi tipici della Sicilia e sullo sfondo le parole che hanno scritto la storia il 7 maggio 1624: è così che alla Cala di Palermo, per il secondo appuntamento di #aspettandoilfestino2019, calendario di eventi di avvicinamento alle celebrazioni del 14 luglio del Festino di Santa Rosalia, è stato rievocato l’arrivo della peste.
Le note storiche riportate raccontano che il Viceré Emanuele Filiberto, contro il parere generale per cui si sospettava che a bordo covasse la peste, permise l’attracco dell’imbarcazione proveniente da Tunisi, il “vascello della redenzione dei cattivi” ovvero del riscatto dei cristiani prigionieri dei saraceni, “carico come era di mercanzie e ricchi doni a lui inviati dal Re di Tunisi“, e la successiva discesa degli occupanti da cui poi si innescarono migliaia di morti in città.
Simbolicamente, al Molo Sud della Cala, la peste nera è arrivata attraverso le movenze della danzatrice Federica Marullo, portata via mare da un’imbarcazione fino a terra, e accolta dalle letture delle piccole Marta Castiglia e Marialisa Pagano, allieve della Scuola di Teatro “Putia d’Arte Malvina Franco”, e dalle percussioni dei tamburinai della Famiglia Aucello.
Allora come oggi la peste, toccò uomini e donne in città: la coreografia della Marullo, molto emozionate, ha coinvolto il pubblico presente e soprattutto, i tanti turisti di passaggio sorpresi dalla performance del tutto particolare.
A concludere la rievocazione sono state state le testimonianze storiche riportate da don Gaetano Ceravolo, reggente del Santuario di Santa Rosalia a Monte Pellegrino, e Girolamo Mazzola dell’Archivio Storico Comunale di Palermo.
Il prossimo appuntamento in calendario di #aspettandoilfestino si svolgerà il 16 maggio al Museo Internazionale delle Marionette con la giornata di studi “Rosalia e le altre. Simboli del sacro femminile nel culto rosaliano” a cura del professore Ignazio Buttitta.