Si intitolerà “Santocielo” il nuovo film di Ficarra e Picone, diretto da Francesco Amato in uscita il prossimo 14 dicembre. Proprio in questi giorni sono in corso le riprese a Catania e si protrarranno fino a circa metà luglio. Ma a che punto è il nostro duo comico della loro carriera cinematografica? Sono riusciti ad evolvere la loro comicità lungo tutti questi anni? La risposta è indubbiamente sì.
A partire da “Nati stanchi” uscito nelle nostre sale ormai nel lontano 2002, Salvo e Valentino hanno saputo sicuramente reinventarsi, soprattutto in una chiave politica e sociale. Abbandonando i più facili temi di una commedia sentimentale e spesso stereotipica siciliana, sono stati capaci con coraggio di abbracciare contenuti molti ardui per il nostro panorama comico cinematografico, trasportando lo spettatore verso lidi più incisivi e graffianti. È con il film “Andiamo a quel paese” e soprattutto con “L’ora legale” che tutto cambia. A mutare infatti è la loro scrittura, che si fa via via con gli anni sempre più sottile, e sempre più arguta nell’inserire nel contesto del film un sottotesto politico che i precedenti lavori cinematografici non avevano avuto. Si tratta decisamente di un passo rivoluzionario. Il duo comico mette in scena un tipo di commedia davvero poco consolatoria che si distanzia infatti molto da tutti i precedenti lavori, lasciando allo spettatore un senso di amarezza di fondo che permane anche dopo aver abbandonato la sala. Anche nel loro ultimo lavoro, seppur con toni decisamente più leggeri, questi temi non vengono abbandonati. Il finale de “Il primo Natale” infatti sa con coraggio riflettere su temi quali immigrazione ed accoglienza che ancora oggi invadono il dibattito, non avendo trovato una vera soluzione.
Ma in tutto ciò, quando si ride? La domanda infatti è legittima. La verità è che da anni ormai non si sentono più quelle grosse risate che permeavano la sala durante le proiezioni dei loro film. Come è fisiologico nella vita di un in autore comico, col tempo si matura. Ficarra e Picone hanno da tempo abbandonato al cinema quella genuina freschezza che accompagnava i loro primi lavori. È innegabile che all’inizio i loro film, seppur più semplici, facessero più ridere. Seppur gli ultimi script si siano fatti più complessi e certamente più coraggiosi, la verità è che a mancare nei loro ultimi lavori è stata una regia solida che sapesse esaltare questi soggetti a tratti così brillanti ed innovativi per il nostro cinema. La commedia italiana è da anni come bloccata in una palude stagnante, impossibilitata ad affondare veramente le mani nella contemporaneità. Questo genere può, talvolta meglio di altri, raccontare il nostro paese, e sembra evidente che il duo comico voglia fare ciò. I loro ultimi lavori hanno saputo essere a tratti serissimi, come solo un comico sa essere.
Sembra chiaro che Ficarra e Picone in questo momento vogliano giocare su un altro campionato, con le stesse regole di un tempo ma con una posta in gioco decisamente più alta. Ma ne sono davvero in grado? Sapranno coniugare quella genuina freschezza e comicità di un tempo con questa nuova lucidità critica nell’analizzare la contemporaneità? È veramente frustrante che a tratti i loro film, seppur con quel tipo di scrittura, risultino così mal diretti. Ad oggi Ficarra e Picone hanno sicuramente guadagnato uno status tale da potersi permettere un vero regista di commedia, qualcuno quindi che sappia esaltare il loro indubbio talento e che sia in grado di trarre il massimo dai loro ultimi copioni. Si può e si deve raccontare meglio questo paese, e chi meglio di un comico può farlo?