Uno dei volti simbolo della cultura siciliana si affaccia su Finale di Pollina: è quello di Andrea Camilleri, immortalato in un murale realizzato dall’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri su una parete nell’area del Teatro Parco Urbano, in via Leonardo Sciascia. La realizzazione del murale, promosso e prodotto dal Comune di Pollina, è un tributo al grande scrittore nell’anno in cui ricorre il centenario della sua nascita, ma anche un invito alla riflessione e all’apertura verso “L’Altro”, titolo dell’opera.

“Andrea Camilleri, un uomo che per me è, prima di tutto, un esempio di libertà di pensiero e di amore per la parola – ha dichiarato Igor Scalisi Palminteri – una parola che non è mai semplice suono, ma strumento di liberazione, di resistenza, di costruzione di comunità. Ho voluto rappresentarlo attraverso il suo volto, segnato dal tempo, con quello sguardo vivo e quella mano che sembra invitarci a non smettere mai di pensare. Sopra, indicata proprio dal suo dito, una sua frase: ‘Non bisogna mai avere paura dell’altro, perché tu rispetto all’altro sei l’altro’: una frase che ci ricorda che l’altro non è un nemico, ma è un fratello, una sorella con cui condividere il pianeta, le nazioni, le città in cui viviamo. In un periodo storico attraversato da conflitti e divisioni, queste parole sono più necessarie che mai”.
“Questo murale è un atto di gratitudine verso Camilleri, ma anche un invito per tutte e tutti a non avere paura, a restare aperti, a non chiudersi. Ritorno a Pollina con tanta gioia. Qui sto bene – conclude l’artista – e mi sento a casa, nella mia Sicilia.”
Il progetto si inserisce nel più ampio percorso di rigenerazione urbana avviato dall’amministrazione comunale di Pollina, che negli ultimi anni ha scelto di investire nella bellezza e nella cultura come strumenti di crescita e coesione sociale e che durante la stagione estiva vedrà la realizzazione di altri murales.

“Da qualche anno abbiamo avviato un ambizioso percorso di rigenerazione urbana – affermano congiuntamente il Sindaco Pietro Musotto e l’Assessore alla Cultura Giuseppe Scialabba – nel quale si inscrive anche la collaborazione con Igor Scalisi Palminteri, artista tra i più sensibili e attenti interpreti del nostro tempo”.
“Dopo il trittico realizzato lo scorso anno, in questi giorni abbiamo voluto consegnare alla comunità, in una parete nei pressi del Teatro Parco Urbano, tra i più importanti luoghi di cultura di Finale, un’opera che ricorda Andrea Camilleri nel centenario della sua nascita. Del Maestro, icona della letteratura siciliana, abbiamo voluto ricordare il suo sguardo critico sulla società e il suo accorato appello alla fratellanza”, concludono.
L’iniziativa non solo arricchisce il patrimonio artistico del comune della provincia di Palermo, ma conferma la vocazione di Finale di Pollina come crocevia di cultura, memoria e speranza per le nuove generazioni.
Andrea Camilleri e l’etica dell’altro: un ponte tra scrittura e umanità

Andrea Camilleri nasce il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. La Sicilia degli anni Venti e Trenta è ancora una terra arcaica, segnata da contraddizioni sociali profonde e da una forte identità culturale. È in questo contesto che cresce Camilleri, figlio unico di una famiglia della piccola borghesia. La sua giovinezza è segnata da una precoce passione per la parola scritta, per la scena, per la lingua. Dopo il liceo classico, si trasferisce a Roma per seguire la strada della regia teatrale, iscrivendosi all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Non completerà mai gli studi universitari, ma inizierà a lavorare prestissimo nel mondo dello spettacolo, firmando regie teatrali, radiofoniche e televisive che lo porteranno a confrontarsi con i grandi autori del Novecento, da Pirandello a Ionesco, da Beckett a Brecht.
È però solo negli anni Settanta che inizia a scrivere narrativa in modo più strutturato, e ci vorrà ancora del tempo prima che trovi la sua cifra più personale. Nel 1994 pubblica La forma dell’acqua, primo romanzo con protagonista il commissario Salvo Montalbano. È l’inizio di un successo clamoroso: i lettori si innamorano subito di questo investigatore umano e malinconico, ironico e profondo, immerso in una Sicilia affascinante e contraddittoria. La lingua stessa di Camilleri diventa una firma inconfondibile: un italiano ibridato con il dialetto siciliano, musicale, vivo, teatrale, capace di restituire con precisione le sfumature dell’anima di un popolo.
Ma Camilleri non è solo un creatore di personaggi indimenticabili. La sua opera è attraversata da un forte senso etico, da un impegno civile che non è mai declamato, ma sostanziato nei comportamenti, nei gesti, nei silenzi dei suoi protagonisti. Nei romanzi, la legalità si misura nella quotidianità, nella fedeltà ai valori più semplici: la giustizia, l’onestà, il rispetto, la cura dell’altro. Montalbano è un commissario che rifugge le scorciatoie, che ascolta, che dubita. E proprio questa sua capacità di mettersi nei panni altrui, di guardare il mondo con occhi non pregiudicati, lo rende un simbolo dell’etica della fratellanza. Un uomo che non si chiude nella divisa, ma che la abita come strumento per servire la comunità.

Negli ultimi anni della sua vita, Andrea Camilleri diventa un punto di riferimento morale per il Paese. Partecipa al dibattito pubblico, prende posizione, difende la cultura come argine all’imbarbarimento e come strumento per formare cittadini consapevoli. Anche quando la cecità lo priva della vista, continua a scrivere, a raccontare, a interrogare il presente con lucidità e passione. Muore a Roma il 17 luglio 2019, lasciando un’eredità immensa: letteraria, certo, ma anche profondamente umana.
È proprio questa dimensione, questa tensione continua verso l’altro, che il murale inaugurato a Finale di Pollina, in provincia di Palermo, celebra. L’opera di Igor Scalisi Palminteri, “L’Altro”, non è solo un omaggio allo scrittore, ma una riflessione visiva su ciò che Camilleri ha rappresentato: l’uomo che ha saputo fare della parola un ponte, un mezzo di conoscenza e di comprensione reciproca.
Il titolo del murale richiama una delle grandi domande del nostro tempo: come possiamo abitare il mondo insieme agli altri, senza paura, senza esclusioni, senza perdere noi stessi?
Camilleri ha dedicato la sua vita alla costruzione di questa risposta, attraverso la scrittura e l’esempio. La sua voce ha saputo raccontare la Sicilia e l’Italia restituendo dignità ai personaggi minori, agli invisibili, ai fragili. E nel farlo ha sempre difeso il diritto alla complessità, alla contraddizione, alla differenza.
“L’Altro”, é una sapiente sintesi simbolica del suo pensiero: l’altro come compagno, come specchio, come necessità.
Un invito, oggi più che mai attuale, a riconoscerci nella relazione, a costruire comunità fondate sulla responsabilità e sull’ascolto.